lunedì, agosto 07, 2006

....Corfù 2006

Primo giorno a casa. Primo giorno del lugubre post vacanza.
Un'aria cupa fa da perfetto sfondo alla malinconia che mi accompagna oggi.
Sarà l'assenza dello iodio, del sole, della brezza marina ma, davvero non mi ci ritrovo tra queste montagne. E non riesco davvero a capire come Heidi potesse arrivare a sentirne tanta nostalgia.
Oggi ho vissuto con la lentezza di un treno merci. Saranno le indigeste pita gyros che ancora navigano nel mio intestino ma, forse, la colpa é della testa. Troppo piena di ricordi.
E' un classico:appena ti rituffi nella routine, ecco che canzoni, sensazioni, immagini del tuo viaggio rendono inutile ogni tentativo di tornare alla normalità.
Ed ecco che inizi a rimpiangere le dormite di solo tre ore, l'odore della crema solare, il calore del sole.E la normalità ti sembra davvero inaccettabile. Soprattutto se il tuo viaggio ti ha rapito da un periodo di ansia e paura, é riuscito ad allontanarti dai timori che, una settimana prima, sembravano non darti pace.

Ora sono qui. Davanti al mio pc. E mentre la pioggia scende, io mi sento tanto ricca.
Sì, perché un viaggio ti riempie di un misto di grinta, forza, emozioni, tali da riuscire a ricaricarti per un altro intero lungo anno.
E poco importa se una settimana é stata troppo fugace, se il tempo é tiranno-bastardo-furbo e inafferabile. Quello che conta é quello che hai dentro e che, nessuno, potrà mai provare a strapparti.

Tutto é iniziato con una levataccia (tanto per cambiare:questo sarà il leit motiv della vacanza!) a cui sono seguite lunghe ore in autobus. Dopo una mattinata trascorsa a Brindisi, trascinando valige che pesavano più o meno quanto me, é finalmente iniziato il viaggio in nave.
C'era gente che dormiva dovunque...per terra, sulle poltrone, sul ponte e provare ad attraversare la nave, significava fare uno slalom fra gente che russava e bambini che strillavano. Per non parlare delle 6 di mattina quando un'intera famiglia turca inonda il bagno per farsi la doccia ed entra poi nella sala delle poltrone in accappatoio e grondanti d'acqua!
Ma, cmq, lo spettacolo di vedere albeggiare sul mare ripaga ogni disagio.
Dopo una lunga notte siamo finalmente arrivate a Corfù, abbiamo affittato gli scooter e colonizzato con un disordine disumano la nostra nuova casa. Da questo punto in poi non saprei più descrivere il programma preciso di ogni giorno, dato che é stato tutto un giorno continuo...la mattina e il pm in giro in scooter per tutta l'isola, avendo in alto le montagne e in basso il mare,le serate passate fra schiuma party (divertentissimo!) , Kavos, Corfù e serate greche finite troppo presto.
Ovviamente la sfiga mi ha accompagnata dal primo giorno, mi sono ustionata con la marmitta dello scooter, la ferita si é infettata e ho passato la vacanza a mettere creme, prendere antibiotici e creare delle poseudomedicazioni con il nastro isolante rosso (e io sarei un futuro medico???) che, però, erano proprio fashion. Ma, a parte questo piccolo irrilevante dettaglio, sono state tante altre le cose da salvare...i nostri simpatici vicini napoletani che ci hanno portato fino a Kavos e con cui abbiamo veramente parlato di tutto(da discorsi filosofici a cretinate assurde!),i foggiani, le risate continue che mi sono fatta in queste vacanze (facendo credere al mondo che Fabi Fibra fosse il mio guru!),Harry's Market e sua madre, lo scherzo al noleggiatore degli scooter (gli abbiamo fatto credre che gli hooligans ce l'avevano distrutto e gettato in mare e il demente c'ha creduto!) !
E poi l'assoluto ,totale senso di libertà di sentire l'aria sbatterti in faccia mentre corri in scooter, di alzare lo sguardo e pensare che non può succederti proprio nulla di male. Che sei nel migliore dei mondi possibili. E le giornate in barca sotto il sole, con Bob Marley in sottofondo e, davanti a te, una distesa infinita di blu.Da toglierti il fiato.
La libertà.La pace. La serenità totale che, a volte, la vita frenetica di città non riesce neanche a farti pensare che esista. E' questo quello che il mio viaggio é riuscito a darmi.

Ma anche se il mio spirito vagabondo scalpita e pretende il suo diritto alla fuga, ora sono qui. Ancora una volta con i piedi per terra e la mente presa da scadenze, obblighi ,doveri.
Ma tutto sommato sono contenta di farlo. Perché so che, sempre e comunque, questo senso di libertà non potrà attenuarsi...resterà con me e si farà vivo, presente quando le mura di questa stanza appariranno soffocanti e il mio cielo un pò troppo buio.
Perché ci sarà sempre un mio angolo di mondo ad attendermi, una barca ad accogliermi a suon di reggae e migliaia di km attendermi... ci sono troppe strade che devono essere ancora percorse, troppi volti ancora da incrociare, angoli smarriti da scoprire,perché io possa perdermi tutto ciò.
Spero di rimanere sempre come mi sento ora...con lo sguardo fermo e lucido sui miei obiettivi ma, con il cuore in una terra lontana e lo zaino sempre perennemente in spalla. Interrail sto arrivando!!!