sabato, settembre 30, 2006

Cose che ho imparato da questo mese...

E' stato un lungo duro mese.Uno di quelli in cui ti svegli ogni mattina e il tuo unico, assillante pensiero é resettare tutto. Cancellare volti, date, nomi e cancellare come se fosse tutto un rapido flashback da dimenticare.E' invece purtroppo, o per fortuna, non é possibile farlo.
Mi sono trovata davanti la vita.Quella vera, dura che non mi ha visto brillante, vincente ed euforica come il solito.Anzi. Mi ha messo davanti le mie debolezze, la mia incapacità di accettare che le cose che non vadano come previsto, il mio egocentrismo che salta fuori quando il mondo non gira più intorno a me. Ma, da questi giorni passati nella tristezza ho imparato tanto. Puù di quanto un mese allegro, euforico, gioioso abbia mai potuto farmi capire.Ed ecco sono qui. A tirare le somme. Ancora una volta.
Ho capito quanto un numero, uno stupido ed inutile numero, possa riuscire a togliere colore a ciò che ti circonda, ad intristirti, a farti sentire sola ed incompresa.
Ho capito quanto l'ingiustizia, quella che ti piomba addosso con la sua violenza, possa bruciare in un attimo le tue speranze, il tuo studio di sei mesi, i sogni di un successo grande e meritato.
Ho capito quanto ti sembra di conoscere le persone. Ma, in realtà, non hai capito niente. Che devi ricrederti, purtroppo, ammettendo che avevi un pò trascurato il loro lato peggiore o che, al contrario, non avevi ancora avuto la fortuna di conoscere le loro virtù più grandi.
Ho capito quanto l'abbraccio della mia famiglia, un sms inaspettato da un amico, un sorriso da chi ti comprende e ti é vicino é più terapeutico di sette anni in Tibet.
Ho capito quanto rabbia ho dentro. Non credo di esser mai stata tanto arrabbiata ma,allo stesso tempo, tanto desiderosa di trasformare la mia rabbia in riscatto, la mia incazzatura in grinta.
Ho capito quanto il mio sogno sia grande, totalizzante, assoluto. Capace di farmi accettare una sola settimana di vacanza in tutta l'estate e di non rimpiangerla neanche quando i miei sogni di gloria sono stati distrutti dalle ossa del massiccio facciale.
Ho capito quanto sono disposta a rifare tutto quello che ho fatto. Notti insonni, settimane sui libri, giornate chiusa in casa perché questa é la mia missione, la mia vocazione, la mia unica e sola strada.
Ho capito quanto chi non ha nel proprio vocabolario la parola "sacrificio" non potrà mai percorrere questo e lungo e duro cammino e, soprattutto, che chi ha avuto sempre la vita facile e battaglie sempre più che vittoriose, non potrà mai affrontare la vita allo stesso modo di chi é tanto tanto arrabbiato.
Ho capito che la selezione la fa la vita. Quella che non si ferma ad aspettare le tue insicurezze, le tue paure, i tuoi timori.
Ho capito che affronterò il terzo anno in maniera diametralmente opposta al precedente. Che avrò sempre e solo, come mio unico faro, il mio obiettivo. Cercare di strappare un sorriso dove c'é solo e soltanto sofferenza, portare speranza dove si vede disperazione, regalare un attimo di luce a chi non ha forza per vederla da solo.ù
Ho capito che ognuno ha una missione nel mondo, un suo posto nel suo angolo di cielo.
A me non va di sprecare le mie forze, tutte le mie energie e le mie capacità a piangermi addosso...
per fortuna é passata. E anche se ho passato settimane ad essere la cliente modello della Scottex o il soggetto ideale di una canzone di Bobby Solo, ora sono pronta ad affrontare il terzo anno con la mia consueta voglia di vivere.
Dimenticavo!Ho capito anche un'altra cosa...che chi dice che la musica italiana ha toccato il suo punto più basso con Giggi e Anna, non ha ancora avuto la digrazia di ascoltare Fabri Fibra e MondoMarcio!Besos, Fernanda

domenica, settembre 10, 2006

Disgustoso prologo

Scrivo mentre l'amarezza mi tiene prigioniera e la rabbia non mi dà tregua.
Certo, sono esagerata.Baso la mia vita sull'università e quando crolla questo, si digrega tutta la baracca. Ma ora sono qui a chiedermi, da più di 72 ore perché.
A cercare di capire perché, dopo mesi di durissima e intensa preparazione, dopo giornate intere passate nella mia mansarda sola io, il Balboni e il Netter, dopo aver rinunciato deliberatamente di non avere uno straccio di vacanza pur di preparare un esame brillante, dopo essermi rinchiusa in casa, dopo aver allontanato pensieri, preoccupazioni e ansia pur di arrivare all'esame in forma mentale perfetta, dopo essermi impegnata all'inverosimile pur di arrivare ad avere 29 ad anatomia II e un 28 in microscopica, sia andato tutto a rotoli. Cero, l'esame l'ho passato. Dovrei sentirmi felice di aver passato l'anno, essermi tolta questo peso ma é solo una magra, denutritissima consolazione. Che ora non mi consola. Anzi, mi fa sentire per l'ennesima volta insoddisfatta e triste. Non tanto per il voto pietoso quanto per non aver avuto la possibilità di diquisire sulle cose che avevo studiato, di parlare del snc che mi era piaciuto da morire, di poter fare mille e mille collegamenti. Un esame solo sui cornetti nasali e sulle ossa del massiccio faciale (programma solo di anatomia I). Come se non esistessero fegato,reni, polmoni, encefalo e gli altri miliardi e miliardi complicati ingranaggi del nostro esistere. Ed é questa profonda ingiustizia che non mi dà pace...a chi un esame da ebeti e a chi domande assurde che determinano la tua disfatta.
Ok, mi solleverò anche questa volta. Per amore della mia professione e del genere umano combatterò e combatterò. Ora e altre mille e mille volte.Ma, per ora, mi sento così. Stanca e disillusa. Davvero tanto.

Disgustoso prologo