venerdì, marzo 30, 2007

Apnea

Eccomi qui davanti al mio pc.Ancora una volta senza saper cosa scrivere ma, ugualmente, con la voglia di farlo.In alcuni momenti diventa una necessità, un imperativo a cui il tuo cuore, la tua mente, le due dita, non possono sottrarsi. E d'obbligo diventa farlo alla fine di una settimana, quando sulla tua agendina sbuca una paginetta bianca e la tua mente, finalmente, trova pace.
Potrei parlare di tante cose o potrei parlare di nulla. In fondo é stata una settimana standard.Con le solite corse del lunedì e del martedì e il relax del venerdì mattina.
Ma, in fondo, ogni giorno é una sorgente immensa di occasioni per crescere, per cadere, per deprimersi o per gloriarsi. E una settimana diventa un oceano. Che ti separa da quella che eri appena 7 giorni fa.
Questa é una settimana di profonda introspezione. Sarà stato il primo vero impatto con la realtà ospedaliera, il porsi continue domande, il cercare affannosamente delle risposte.
Ho imparato ad eseguire un corretto esame obiettivo dell'addome, a fare un'anamnesi buona e ad essere sorridente, allegra, positiva con i pazienti. Ma dentro di me é sorto qualcosa che non conoscevo. Un sorta di paralisi diffusa che ti prende dalle gambe e sale fino alla bocca dello stomaco, quando ti trovi davanti alla sofferenza. Quella pura, autentica. Che, in confronto, le tue paranoie sono briciole. E mi sono sentita stupida, viziata e superficiale per essermi lamentata a lungo dei miei problemi e per aver sprecato attimi preziosi in cui avremi potuto gioire, anziché angosciare ed angosciarmi.
Però qualcosa é cambiato. Ho sentito, giorno dopo giorno, questa paura mutare. E la paralisi diventare una sorta di forza che non avevo. Coraggio, speranza, determinazione. Nel voler affrontare il male del corpo e dell'anima con serenità e tenacia.Sia che riguardi le persone a me vicine che quei visi, ricchi di fiducia e speranza, che in questi giorni ho incontrato.
E non mi fa più paura cadere, sentirmi inadeguata o farmi prendere dal panico quando dovrei agire. in fondo sono umana. E guai se non ci fosse questa paura che ti prende alla bocca dello stomaco. Guai se non sentissi le mani tremare quando dovrò inclinare una siringa a 45 gradi o quando dovrò suturare una ferita. Una mia cara amica diceva che "la prima volta che entri in reparto lo fai in apnea".E ha descritto perfettamente come ci si sente. Ma quando la paura si trasforma in coraggio, quando percepisci che aiutando gli altri ti stai aiutando, allora non ti sarà sembrato mai tanto bello respirare.

martedì, marzo 20, 2007

Cosa si fa pur di sfuggire a fisio3...

Mi sono buttata a capofitto in questo giochino, che fa tanto terza elementare, pur di abbandonare per un pò i grafici pressione/volume.In fondo, se qualcuno mi risponde rifacendolo, posso scopreire qualcosa in più degli altri...
SONO:una studentessa disordinata e altruista,sognatrice e determinata
TENDENZIALMENTE SEMBRO:ribadisco disordinata e, alla prima ora di lezione, parecchio assonnata.Scherzi a parte, appaio molto più tranquilla e posata di quanto non lo sia in realtà.
FREQUENTO:le persone allegre, idealiste, sincere, altruiste, ottimiste, quelli che sono sulla mia stessa lunghezza d'onda e quelli che la pensano in maniera opposta a me, ma hanno delle idee e non scendono a compromessi
EVITO: i superficiali, quelli che per una t-shirt di cavalli o la macchina nuova sarebbero disposti ad uccidere.Le nuove generazioni, figlie di Maria de Filippi e del Grande Fratello. Le persone che parlano per slogan, gli stereotipi, le convenzioni e quelli che prendono la vita con leggerezza.
AMO:la vita,la medicina, la mia famiglia e i miei amici, la pasta, i viaggi, le battaglie quotidiane, l'impegno sociale, il cinema, De André, la libertà, l'estate, il mare, Parigi
ODIO:la trippa e la puzza della trippa, il brodo di pollo, la malattie infettive,l'ipocrisia, le delusioni, la slealtà, i pettegolezzi, iil qualunquismo, le droghe, lo sballo del sabato sera, Vallettopoli e i tanti Corona disseminati nel mondo, l'egoismo, il credere che bisogna vivere solo per sè e fregarsene del resto dell'umanità, le multinazionali, la guerra, il trasformismo.
DETESTO: vedi su.
RICORDO:la mia infanzia, l'estate al mare, il primo viaggio da sola e quelli a seguire, ognuno con un suo speciale ricordo, le delusioni (amare che, però, mi hanno fatto crescere), il giorno dell'ammisione a medicina.
RIMUOVO:i giorni bui, quelli di pioggia e quelli che proprio non mi va di ricordare. I tanti volti che incontro in una giornata e, invece di regalarmi un sorriso, si mostrano aspri e burberi.
RESTO INDIFFERENTE:alle sfilate di moda, al motogp e ai tornei di cricket.
MI COLPISCE:il coraggio.Di guardare avanti e di ricordare il passato.La capacità di rialzarsi dopo le sconfitte. La lealtà, l'onestà, la trasparenza, la volntà, l'ambizione. La capacità di sognare. Anche ad 80 anni.
MI RILASSA:la musica degli Intillimani, un buon libro vicino al camino o un bagno caldo (tutte cose che ui non ho!), le chiacchierate con le amiche, una passeggiata in centro, cucinare, scrivere.
CHIEDO:sincerità, ascolto, pazienza(con me ce ne vuole tanta)
OFFRO:sincerità, lealtà, onesta e un fiume di parole in peina (che non é sempre un'offerta gradita!)
SE MI DANNO 10:cerco di dare altrettanto e, se mi riesce, anche la lode.
SE DO 10:gioisco per essere riuscita a dare proprio quello che volevo dare.
IMPAZZISCO:per la pasta, per il vino e la birra, per la pizza, per un concerto dei Modena e del primo maggio, per i falò sulla spiaggia, l'interrail (che ancora non ho fatto!)
MI DEPRIMO: se mi sveglio e fuori non c'é il sole, se torno a casa e trovo una minestra, se vedo l'arrendevolezza, il menefreghismo, la mancanza di obiettivi.
MI VESTO:nel modo che più mi permette di sentirmi a mio agio, non essendo una fashion o una fanatica della moda
MI ELETTRIZZA:seguire una lezione interessantissima all'uni, andare in reparto e capirci qualcosa, sentire il Tg2 salute e capirci qualcosa.
MI DEMORALIZZA: in questo momento il libro di fisio3.Scherzi a parte, il sentirmi oppressa e angosciata, l'essere lontana da molte persone che amo e il non riuscire a fare emergere, in molte situazioni, la vera me stessa.
MI PIACEREBBE: mai dire mi piacerebbe a chi fa dei sogni il suo pane quotidiano!
Ecco. Però, mi piacerebbe semplicemente restare come sono...con questo senso di aspettativa permanente, con lo sguardo proteso al futuro e il bagaglio delle esperienze passate, sempre con me, pronto per arricchirmi. E mi piacerebbe tanto riuscire bene in quello che farò per poter dare una speranza ed alleviare un pò di sofferenza. E mi piacerebbe condividere questo casino ingarbugliato che sono con qualcuno. Ma questa é un'altra storia.Fe

domenica, marzo 18, 2007

Gracias a la vida...

Rubo le parole di una canzone che sta passando ora al Media Player, perché ,in fondo, é proprio quello che sto pensando in questo momento.
Dopo una settimana burrascosa, a tratti buia e deprimente, l'epilogo é stato tutt'altro che deludente .Endorfine a go-go dopo un Firenze by night con quelle pazze delle mie amiche, una mattinata di sole alle Cascine, le risate, il relax, il mio pigiamone nuovo, la primavera che avanza, la quiete dopo la tempesta, la serenità di una giornata stancante e disordinata, le mie cinque ore di sonno,il pomeriggio passato a fare foto ridicole soprannominate da Licia "post Woodstock", una chiacchierata finalmente distesa dopo tutte le incomprensioni conclusasi con la cosa più bella che mi sia mai stata detta: "Tu brilli sempre, anche quando non ci sei.Sei la mia stellina". Lo so, é un post confusionario e alquanto criptico. Ma avevo bisogno di trasferire sul pc quello che sentivo. Gracias a la vida...

mercoledì, marzo 14, 2007

Vorrei...

Vorrei che tutto fosse più semplice di quanto appare e che tutto, in realtà, sia difficile solo nella mia immaginazione. Vorrei che i miei lavori in corso non trovassero intoppi e che non continui a fare l'inutile e deprimente gioco del gambero.
Vorrei che lo slancio di alcuni giorni sia perennemente presente e mi faccia apparire la vita facile, immediata, emozionante. E vorrei che il continuo sbrogliare la matassa dei pensieri mi consentisse di arrivare, finalmente, alla fine del gomitolo.
Vorrei un filo d'Arianna perché tutto appare, a volte, estremamente labirintico.
Vorrei dire grazie a chi ascolta per ore i miei flussi di coscienza, standomi enormemente vicino con l'ascolto, la comprensione. E non mi fa sentire mai solo.

domenica, marzo 11, 2007

Lavori in corso...

E' stato una settimana strana. Mi sono trovata catapultata in un vortice di impegni, orari da incastrare, pranzi saltati e progetti da rimandare. E, così, come al solito ho perso di vista me stessa.
Così ieri, dopo aver passato l'intera mattinata a tracciare protidogrammi sui miei fogli confusi e a ficcarmi nella mia testa, altrettanto confusa, valori, parametri e analiti, ho detto basta.
Basta alle corse, allo stress, al continuo progettare, progettare, progettare. Perché in queste corse convulse, affannose rimando continuamente la vita. E mi perdo tutte le meraviglie del percorso. Tutti i sorrisi delle persone che mi stanno vicine, tutte le crescite delle persone che conosco. E divento sempre più lontana da me stessa. Non mi fermo più a sognare ad occhi aperti, a immaginarmi tra dieci anni e ad immaginare il mondo.Antepongo l'azione al pensiero. La velocità alla riflessione.
Così, in uno dei rari momenti, in cui la spersonalizzazione mi permette di guardarmi dall'alto, mi sono osservata. E ho visto una me tesa, stressata, stanca. E io non sono mai stata questo.
Perciò, presa dalle pulizie primaverili che sto attuando alla mia persona, mi sono presa un sabato di relax, una mattinata domenicale d'ozio. Sola io e De André.Niente scadenze, esami, obblighi e imperativi categorici. E questa volta intendo portare fino in fondo i lavori in corso...



Prima giornata di lavori in corso.
Tengo a precisare che sto considerando i miei neuroni come manodopera a basso costo.Niente relax e poche ricompense.
-non dò l'esame ora ma al prossimo appello
-forse inizio volontariato da Emergency

giovedì, marzo 08, 2007

Donne in rinascita...

Non voglio cedere alle convenzioni, alla spettacolarizzazione che questa società ci porta a creare in date precostituite, al business dei sentimenti, alle mimose, ai Baci perugina,alle uscite con le amiche in un giovedì assolutamente anonimo, ai caffé gratis per le donne e alle altre pacchianate che, come ogni anno, accompagnano questo giorno.
Trovo assolutamente di cattivo gusto esaltare il ruolo della donna sui giornali, ai tg e ai quattro venti e farlo, ossessivamente, per 24 ore...e per un giorno, con un sorriso finto e stupido sulle labbra, dare gli auguri alla vecchina sul tram e provare ad essere gentile anche con le donne che, nel traffico, creano i soliti fastidiosi ingorghi.O ammirare la vecchina di 105 anni che il TG oggi ti presenterà e portare le mimose alle colleghe in ufficio con tanto di poesiola...oggi, però ho letto una cosa davvero bella.Che mi ha fatto scordare le pacchianate di questo giorno e fatto venire la voglia di pubblicarla. Anche se cadrò in contraddizione, parlando delle donne proprio nel giorno in cui lo fanno tutti e mi sembra stupido farlo. Ma quando chiama Jack Folla...

…Jack Folla...
"Donne in rinascita"
Più dei tramonti, più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina
anti-uomo che ti da la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo
non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza
in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame,
peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo
capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi
condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci,
con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria,
che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno
s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che
ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre:
"Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo che ami alla follia.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima;
ed è passato tanto tempo, ce ne hai buttata talmente tanta di
anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio
perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento
che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro,
nella tua solitudine. Ed è stata crisi. E hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una
strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore,
perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un
senso al tuo dolore. "Perché faccio così?
Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a
quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto.
Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così,
scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto
che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per
la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te
stessa. Non puoi più essere quella di prima.
Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è
come un diesel. Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle
tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo
meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una
gonna a fiori o con un fresco ricciolo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è
aperto. Stiamo lavorando anche per voi.
Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più
grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti.

lunedì, marzo 05, 2007

Primo giorno in ospedale...

Dopo una giornata estenuante, avevo comunque voglia di scrivere.
Ansia di non sapere che cosa ti aspettava, spossatezza dopo due mesi interi di studio, paura di non essere all'altezza, di sbagliare, di non riuscire in quello per cui stai vivendo.
Ma, nonostante tutto ciò, c'era in tutti noi, piccoli ventenni "travestiti da medici", voglia di imparare, di sapere come da una richiesta d'aiuto far nascere una speranza, ansia di capire come riuscire a trasformare la sofferenza in sollievo.E poi i dubbi, le incertezze. Quelle che fanno di te un adulto. Una persona autentica. Un medico che non si sentirà arrivato neanche dopo una superspecializzazione. Perché sono le nostre paure, i timori che non lasciano tregua che ci manderanno lontano. Non i complimentoni, gli sguardi d'approvazione, i bei voti. Quelli semmai sono solo un buon pretesto per andare a bere con gli amici al pub.
E mi ha fatto tenerezza vedere tante persone con così tanta voglia di imparare. E mi ha fatto sperare. Perché se ci sono così tante teste disposte, e di buon grado, a rinunciare ad una splendida giornata di sole, e rinchiudersi in un ospedale, con i suoi bei 40 gradi, allora il mondo non fa tanto schifo.
Certo, é una strada tutta in salita.E gli ostacoli, quelli grossi, che ti fanno inciampare, cadere, che ti tolgono il fiato, la forza e la tenacia non finiscono davvero mai.Ma, dietro l'angolo, inaspettatamente, sbuca sempre un raggio di luce, che ti riporta alla tua missione. Oggi credo di averlo visto questo raggio di sole. E spero di tenerlo sempre con me.