domenica, aprile 29, 2007

Stanca ma felice

E' bello vedere che certe cose non cambiano mai. O meglio, cresciamo, tutto muta intorno a noi e grandi stravolgimenti accompagnano le nostre giornate, ma in fondo permane sempre qualche residuo dell'infanzia...la cosa che ho sempre più detestato di me é la nostalgia che non so gestire. E ho vissuto sempre i post vacanza, i ritorni a casa, i saluti alla stazione e gli atterraggi nell'aeroporto vicino casa, come delle piccole grandi catastrofi. E i giorni seguenti, con un preciso masochismo, non faccio altro che pensare a cosa stessi facendo 72 ore prima o giusto una settimana fa.
E' che in realtà sono un pò malata dei viaggi. O saranno loro che hanno su di me il potere di farmi completamente allontanare dai miei psudoproblemi e da tutte le mie ansie, paure, timori, angosce.
Poi questo viaggio in particolare é stato speciale per un sacco di motivi.
Innanzitutto, perché sono partita giusto nei giorni in cui mi angosciava tanto un mio problema di salute e poi perché tutto il resto é stato praticamente un ridere continuo.
Ho visto un sacco di posti fantastici, conosciuto il fantastico mondo degli ostelli dove incontri veramente ogni tipo di persona (vedi il principe di Persia), mi sono massacrata i piedi ma ricaricata, come non facevo da un sacco. E poi ho passato una settimana con due persone fantastiche. Che, nonostante la lontananza, il fatto che ci vediamo 3 o 4 volte l'anno, che tanti dettagli delle nostre vite, per forza di cose, ci sfuggono, riescono sempre a stupirmi, a farmi stare bene, a ridere, a farmi sentire protetta e meno sola.
Ed ora sono qui. Come al solito la domenica pomeriggio non mi va di far nulla. In più in questi giorni sono anche stanca e con almeno 30 ore di sonno arretrate. Ma felice. E ricca. Perché, certe volte, mi guardo intorno e mi sembra una grandissima, una immeritata fortuna avere tutto ciò.
E penso a tutto quello che ho avuto. A Giusi e Agnese, a quelle pazze delle mie amiche di qui (senza le quali forse non sarei tranquilla e serena come sono ora), alle mie sorelle che mi stressano ma che mi riempiono tutte le mie giornate, a tutte le persone che si sono dileguate e a quelle che ancora dovranno arrivare.
"Buon viaggio hermanos queridos e buon cammino ovunque voi andiate, forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada... "MCR

domenica, aprile 15, 2007

Hasta luego

Domani comincerà una nuova settimana. Spero decisamente diversa.
Non che le passate mi abbiano delusa o afflitta particolarmente, ma mercoledì prenderò un aereo e sarò a Vienna e poi a Budapest. E si sa viaggiare é sempre viaggiare.
E' stato un viaggio deciso in una frazione di secondo, nella completa incertezza se i miei impegni mi permettevano di prendermi dei giorni e dovermi poi incasinare totalmente.
Invece ,per una volta, l'impulsività ha prevalso. Non ho resistito al fascino dell'ansia prepartenza ( o del metaldetector, come direbbe Lu), del casino nelle mie valige, dei diari di bordo, delle mappe incomprensibili delle città, delle ridondanti guide da viaggio, delle metro in orario delle altre capitali europee e della nostalgia della mia amata pasta. E poi come resistere alla struggente malinconia del ritorno?Quando ritorni alla routine e non fai altro che pensare ai giorni precedenti, quando ancora avevi a che fare con itinerari, musei e aeroporti?
E poi in fondo ci voleva. E' un periodo in cui non sto mettendo tutta la grinta che ho nel fare le cose che amo. Viaggio con la marcia bassa. Insomma. Forse una settimana di puro stacco mi servirà a ricaricarmi e iniziare quel lungo tour de force che mi aspetta nei mesi estivi.
Spero di avere qualcosa di più interessante da scrivere nei giorni successivi. Per ora torno ai miei appunti di statistica che ho abbandonato da circa un'ora, presa dal dilemma di scagliare il libro al muro o fagocitarlo e ingurgitare quelle brutte nozioni a forza.

mercoledì, aprile 11, 2007

Dall'altra parte

Oggi, come altre volte, é successo, mi sono trovata dall'altra parte. Priva del camice bianco, del fonendo verde acido e dei miei appunti confusi di semeiotica. Ero semplicemente dall'altra parte.
Con tutte le domande e le ansie possibili che può avere chi sta dall'altra parte.
E davanti a me ho visto una persona solare. E non ho sentito la paura per i livelli di prolattina alle stelle. Non ho sentito angoscia per una causa che ancora non conosco e per le probabilità, i numeri, le supposizioni. E mi é venuto da pensare a quanto sia difficile, terribile e incredibilmente bello quello che dovrò fare. Riuscire ad essere lucida e insieme infondere speranza, provare a incitare alla lotta chi mi é di fronte. Perché, che si tratti di una prolattina ribelle o di una tachicardia indomabile, la tenacia che puoi metterci tu nessun principio attivo potrà mai dartelo.
E, immediatamente, ancora più piccolo mi é sembrato il preoccuparsi per il vicino appello di fisio3, per il blocco o il tempo che ci metterò. E so che continuerò a crollare,ad avere dubbi ed esitazioni e che, mentre tutto ciò accadrà, la mia prolattina sarà ancora ribelle, ma voglio essere tenace. Ed insieme solare, positiva e limpida. Come questa splendida giornata d'aprile.

martedì, aprile 03, 2007

Quando cresciamo e non ce ne accorgiamo

Cresciamo. Con una crescita lenta, piena di intoppi e di regressi, di cadute e di risalite. E tutto questo mentre la vita scorre, i ritmi frenetici ti assorbono e la routine incalza.
Cresciamo e non ce ne accorgiamo.
E mi fa tenerezza vedere quella che ero. Più o meno un anno fa in questo periodo mi angosciavo per una stupida firma di frequenza. Un anno dopo, nello stesso periodo, affronto un colloquio di psicologia clinica, chiedendomi se esiste un modo per essere all'altezza. Della sofferenza, delle battaglie che dovrò rassegnarmi a perdere, del concetto, per me inaccettabile, che non tutto può volgere al bene, che non siamo divinità scese in terra e che, per quanto cercherò di essere responsabile e diligente, qualcosa cmq mi sfuggirà sempre.
E mi accorgo di crescere molto più ora. In un periodo in cui affronto dubbi esistenziali un giorno sì e l'altro pure. In un periodo in cui ogni giorno c'è sempre qualcosa di più grande da affrontare. In un periodo in cui, però, riesci a dare il giusto peso a tutto.Forse crescere é questo.
E' ridere spensierata con le amiche a pranzo e, un attimo dopo, trovarti a pensare questioni irrisolvibili.Forse crescere é questo.
Cercare perennemente un equilibrio che non troverai mai. E soprattutto capire che il fantastico acquario in cui eri cresciuto, protetto, rassicurato e coccolato, l'hai definitivamente lasciato.Ora c'é l'acqua alta, le bufere e i maremoti che non ti danno il preavviso.
Ma crescere é anche sentire che devi avere una missione nel mondo. Che non puoi sfuggirne.
Non é necessariamente abbandonare gli ideali della adolescenza ma capire che puoi usarli per farne qualcosa di buono. E' abbandonare i sogni di gloria per conservarne altri, molto più ristretti, ma ugualmente validi.E' smettere di girare con la testa tra le nuvole. Per cominciare a vivere.