martedì, dicembre 02, 2008

La mia é una casa strana

La mia é una casa strana.
Guardi il mondo dall'alto, dato che é più bassa del livello della strada. E le persone ti sembrano tutti dei gran vatussi e dei grandi rompiscatole.Quando passando fingendosi distratti e spiano cosa accade nella mia stanza. Quando le vecchiette si fermano a chiacchierare tutte davanti la mia finestra e magari io sto studiando e non provo grande interesse per le epopee dei loro nipoti. Quando i bambini si aggrappano alle inferriate delle finestre e urlano: "Babbo!!!Ma quella lì parla da sola!!!". E il babbo finge di sgridare il curioso bimbo e, in realtà, si mette a spiare pure lui.
La mia ti sembra proprio una casa strana quando sei in giardino e senti la tua vicina che chiama il marito ultrasettantenne "piccolino", esortandolo a bere il "lattuccio" e mangiare qualche biscottino.
La mia é una casa strana perché in giardino trovi tulipani e calle ma un pò di basilico, manco a pagarlo.
Ed é proprio tanto strana quando tua sorella minore, per rimproverarti del baccano , entra in camera brandendo il suo defunto rasta. Che ha conservato per i momenti in cui esige ordine e disciplina, usandolo, appunto, come frusta.
Per non parlare di quanto strana mi appare quando osservo Linda, la stranezza fatta persona. Che non accetta di invecchiare e per rivendicare il suo diritto alla giovinezza, giustamente, si comporta da vera gggiovane. Che si rompre le coste pogando (ma in casa, magari l'avesse fatto ad un concerto!!!), che esce per un aperitivo e torna a notte fonda ridendo in maniera ebete, che inventa canzoni e coreografie un giorno sì e l'altro pure.
La mia é una casa strana quando si trattiene la fame serale fino alle 20:30, perché il primo boccone deve coincidere necessariamente con le parole "un altro giorno é qui..." e si riordina tutto in fretta, perché dopo cena é d'obbligo la partitella a Word Challenge. E, se si vince, ci si sente un pò superdotati, un pò come se avessimo avuto un riconoscimento internazionale.
La mia é una casa strana quando si aspetta con ansia l'arrivo dei miei da dietro le tende. E quando arrivano, con la macchina in pure stile terrone, stipata fino all'inverosimile di ogni pensabile genere alimentare, si prova una strana, infantile felicità.
Ed é una strana casa quando arrivano quelle strane ragazze che adorano bere la camomilla qui e, ora, quello strano ragazzo che dà fuoco alla moka. Ma in questa stranezza mi sento a casa. E, appunto, non chiedetevi perché poi io sia così.