sabato, dicembre 30, 2006

Ora siamo davvero agli sgoccioli...

Ora siamo davvero agli sgoccioli...ultimo giorno di un anno che sta per volare via.
Ore di bilanci,sforzi mentali per ricordare l'esatto corso degli eventi, sguardi indiscreti sul pc alla ricerca di foto che ti ricordassero le vacanze di quest'anno.
Ed é incredibile come ci si aggrappi in maniera morbosa all'anno che sta per sfuggirti di mano...in fondo cosa ne sappiamo dell'anno nuovo che verrà?Chi potrà giurarci che sarà migliore di quello passato?Chi potrà assicurarci che penseri, desideri, obiettivi, azioni si traducano in azioni concrete?
Ed ecco che la solita paura difronte all'imprevedibilità del reale ti prende e ti fa perdere di vista quello che vuoi davvero. Un nuovo anno.
Dal quale ripartire. Ma, stavolta non con la marcia bassa, ma con la furia e la grinta di chi si é rotto di accettare un altro anno come questo.
E' stato l'anno dei pianti, delle gastriti, dei votacci da accettare passivamente, dei colpi duri al tuo sogno, delle delusioni, delle angosce latenti esplose in maniera assurda, delle firme di frequenza, di Urbano, della sola e unica settimana d'estate in un mese, delle nottate passate a studiare mentre i tuoi amici sono fuori a divertirsi, delle elezioni vinte con una esigua maggioranza, delle coppie inaspettate ( vedi Giggggi e Anna) e di quelle non ancora realizzate (vedi membri del club Rowenta), delle incertezze, dei problemi piccoli e grandi, di un dente spezzato, un labbro tagliato, un'ustione da marmitta di motorino, delle settimane passate sotto antibiotico a causa delle mie cadute, del ciclo desaparecido e del ciclo di Krebs, della pompa sodio-potassio e dei tassi d'incidenza.
Ma, dopotutto, é stato anche l'anno delle new entries nel nuovo gruppo, delle cene e delle feste ad ogni occasione buona, dei nuovi amori che alcune di noi hanno incontrato, delle opportunità di cambiare e di cambiarci, delle svolte, dei riscatti, dei successi, degli ostacoli messi apposta lì per rendere le persone forti, grintose, invincibili. E' stato l'anno dell'Amicizia. Quella vera. Che non si perde davanti a niente.Che siano grandi prove della vita o l'emblematica scelta della cioccolata da mangiare. L'anno delle misericordie, dei tonni di Fra, degli alberi genealogici su famiglie improvvisate, delle maledizioni al peritoneo, dei cd di Fede e Bea, dei prodotti per i capelli di Maria, delle canzoni di Nek di Sara, degli orecchini di Lucia, dei calzini di Virgi, delle mille attività di Laura,delle mie frasi a sproposito.L'anno in cui essere una donna non si limita da indossare una minigonna e l'anno in cui i piccioni si schiantano alle finestre.L'anno di una nuova casa, di nuove sorelle-coinquiline, di un nuovo giardino e di nuovi vicini di casa.
E' stato l'anno in cui, nel bene e nel male, sono cambiata. Ho nuove sicurezze a Firenze e certezze in più a casa. Ma anche la testa piena di idee confuse, progetti, ambizioni e il cuore sempre più proteso verso la mia missione.
Ed é da qui che voglio partire. Cominciare il nuovo anno saltellando serena sul tracciato della mia nuova vita.Con la testa ancora piena di idee confuse, progetti e ambizioni e il cuore sempre più proteso verso la mia missione.
E quando tutti saranno pronti ad urlare, tappi di spumante a schizzare in cielo impazziti, quando nel conto alla rovescia, fra l'uno e il cacaomeravigliao ci sarà solo un infinitesimo secondo, io cercherò di pensare, quanto più forte mi riuscirà, al nuovo anno. Perché ora so davvero quello che voglio.

domenica, dicembre 24, 2006

Voglio il teletrasporto!

Scrivo questo post dal pulmann in cui sono rinchiusa da ben 8 ore, nella stessa identica posizione di 8 ore fa e con la stessa identica puzza di piedi\topo in cancrena che non accenna a svanire...

Ebbene, dopo 8 ore di viaggio, la stessa identica posizione e la stessa puzza di piedi sono ancora a Roma. Con la Prenestina ovest che sembra un miraggio.
Intorno a me auto stracolme di persone altrettanto esauste, stipate al minimo in abitacoli stracolmi di bebé, pacchetti regalo, cappotti e valige qua e là.
Dietro di me l'autista sta tentando di comunicare in lucano stretto con un fiorentino che lo guarda interdetto. Non bisogna andare in Turchia per assistere ad episodi di incomunicabilità.
Ma, tutto sommato, la voglia di ritornare a casa, di mettere a dura prova il mio antro pilorico con panettoni, cotechini, lasagne e agnelli (un giorno prima zompettanti, il giorno dopo gloriosamente immersi i n un mare d'olio e di patate!) mi fa superare qualsiasi difficoltà...
Tra poco abbraccerò la mia mamma e il mio babbo giocherellone, il mio fratellone...peccato che il mio gatto sia desaparecido ormai da settimane e il mio cane troppo anziano per accogliermi degnamente...

...Ho appena cambiato idea!!!Il mio livello di sopportazione é giunto al massimo...l'autista mi ha appena comunicato che siamo a 180 km da Caserta (ancora!), che ci sono 50 km di coda e che, nella migliore delle ipotesi, arriveremo di notte!
Sto fermamente desiderando il teletrasporto, vorrei essere capace di smaterializzare tutti i miei adipociti e volare, leggera e sognante, su questa strada affollata da traffico e vacanzieri impazziti.
Tutto, però, serve nella vita. Questa esperienza, insieme drammatica ed esilarante, oppure oserei definire tragicomica mi ha dato lo spunto per formulare il decalogo del buon viaggiatore al quale attenersi strettamente se si vuole salvaguardare il proprio benessere psicofisico e ritornare alla domus paterna senza rischiare una crisi di nervi:
1)STUDIARE LE PARTENZE INTELLIGENTI:tipo partire il 15 gennaio quando sarete certi che sulle autostrade ci sarete solo voi e che tutti i panettoni saranno a metà prezzo per liquidazione-post-Natale.
2)PORTARSI DIETRO UN KIT PER COMBATTERE LA NOIA (nel caso dovreste trovare delle code): tipo kit taaglio e cucito, piastra elettrica, silk-epil, striscette per i baffi o, all'occorenza, optare per il buon vecchio metodo della conta delle pecore.
3)SE SEI IN BUS EVITARE LE SORGENTI DI CATTIVI ODORI:ovvero tipi strani, con scarpe da ginnastica che appaiono in putrefazione. Potresti sottoporti ad ondate PERMANENTI di fetore.
4)EVITARE DI GUARDARE IL TRAFFICO: le code sembrano sempre più luinghe di quelle che sono in realtà.
5)EVITARE DI PENSARTI GIA' CASA: magari già per cena con l'allegro intrattenimento di Un posto al sole. Potresti farti del male.
6)SCEGLIERSI ALLEGRI COMPAGNI DI VIAGGIO: magari cantando insieme "Machecefrega-machece'mporta" il tempo passa più in fretta. E pensare al "vino de li castelli" può tirarti su il morale.
7)AVER SEMPRE A PORTATA DI MANO CARTA E PENNA:é nei momenti peggiori che può uscire qualcosa di buono.
8)SCEGLIERE UNA RADIO CHE NON SIA RDS:ogni due ore ripropone,nell'ordine citato, Tiziano Ferro,Elisa e Liga, e Raf. Ma, in fondo, Radio Maria non mi pare cmq, un'altrenativa allettante.
9)PENSARE CHE, IN FONDO, POTEVA ANDARE PEGGIO:esodo di Ferragosto sulla Salerno-Reggio con la testa incastrata fra un materassino (gonfiato già da casa per non perdere tempo in spiaggia) e le pinne-fucili-ed occhiali, nonché con la macchina invasa da angurie libere e fluttuanti.
10)PENSARE INTENSAMENTE AL FATTO CHE "SE TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA, CE NE SARANNO ALTRETTANTE PER SCENDERE GIù" ergo, prima o poi, si arriverà.
Tanti cari saluti. In attesa del teletrasporto. E di conoscere Riccardo Scamarcio.Fe

venerdì, dicembre 15, 2006

A volte ritornano...

E' ormai questa la frase che pronuncia chi mi vede girare per la biomedica, date le mie ultime sparizioni.Tranquilli, non c'entrano UFO, fenomeni paranormali o un nascente amore per la clausura...é che ormai il tempo é diventato davvero una scommessa.
E trovare mezz'ora di tempo il giorno da dedicare allo studio, sempre più una conquista.
Laboratori, esami proliferanti, ade e annesse perdite di tempo sono dei veri e propri macrofagi delle tue giornate...e, per leggere il mio meraviglioso ultimo libro devo restare sveglia la notte.
Ma che bello, però, riimmergersi nell'atmosfera universitaria...passare, anche se fugacemente, in biomedica per un caffé con gli altri, un pranzo veloce alla mensa perdendosi in lunghe invettive su lapis e matite, programmare la gita da zitelle per assaltare una cioccolateria.
E a chi dice che all'università si viene solo per sgomitare e dimostrare la propria erudizione, evidentemente, non ha conosciuto tutto ciò.

lunedì, dicembre 04, 2006

Nella gabbia della tigre

Ho appena trovato una frase che, nella torrida estate 2005, avevo lasciato sul librone di istologia
"Chi non entra nella gabbia della tigre,non otterrà mai nulla". In quelle giornate torride e soffocanti, l’esame di istologia mi sembrava la tortura più atroce mai sperimentata. E, invece, a distanza di un anno e mezzo quante cose sono cambiate!Sono cambiata io. E’ cambiato il mondo che mi circonda. Un’infinità di esperienze, consigli, parole, discussioni, liti, mi hanno reso più forte ma anche fragile, serena eppure spesso inquieta. Ma, soprattutto io ,che in quella gabbia della tigre ero abituata a starci, me ne sono tirata fuori. Per paura, per un sentirmi inadeguata che non mi è mai appartenuto, per assurde fobie che ho imparato a costruirmi. Ed è sempre troppo frequente sentirsi perennemente su una giostra dalla quale non si riesce a scendere, intrappolati nei doveri che da soli ci imponiamo, nell’assurdo affaccendarsi quotidiano, nelle paure routinarie. E si perde di vista ciò che davvero importante. Ciò che ci rende sereni, tranquilli. Felici. Ed è la stessa ricerca della felicità ad allontanarci da essa.
Ma, per fortuna, non è mai troppo tardi per aprire gli occhi, per arrivare ad un punto in cui guardarsi dall’esterno, in maniera obiettiva e imparziale, sembra la cosa più naturale al mondo mentre, fino ad un attimo prima, c’eravamo troppo dentro per riuscire a scrutarci. E fa male vedere quanto sia semplice riuscire ad arrivare lontano da ciò che davvero desideri ma, allo stesso tempo, può essere anche catartico…ti senti rinascere. Ti sembra di riuscire a mettere un freno a pensieri e parole che prima viaggiavano a velocità folle.
Ecco credo sia questo quello che mi è successo questo fine settimana. Un insieme di congiunture che, però, mi hanno fatto riflettere e capire quanto tutto in realtà sia effimero. Troppo veloce, quasi inconsistente. E ho capito davvero quanto sia troppo preziosa la vita per sprecarla in inutili paranoie.
Quando ho saputo che mio nonno è stato male ho sentito vacillare un sacco di certezze. Quelle che ti portano a credere le persone che ti circondano invincibili, eterne, sempreverdi. Ma, al contrario di molte altre volte, non è stata la paura a invadermi. Ma una fiducia smisurata in chi mi ha trasmesso un inconfondibile amore per la vita e , perciò, so che si aggrapperà con le unghie pur di lottare. E una voglia infinita di sentire ancora, altre mille e mille volte, i discorsi sulla Russia che conosco a memoria, i racconti di vita e gli incoraggiamenti sul mio futuro. Da parte di chi mi vede come un essere infallibile. Ed è bello vedere come mio nonno, alla sua età, con tutti i suoi malanni, la sua salute barcollante è ancora nella gabbia della tigre. E, forse, c’è sempre stato. Da quando ha passato i freddi inverni in Russia a quando ha dovuto accettare, con la sua inconfondibile saggezza, il meschino passare degli anni.
Ora sono qui. Convinta a ritornarci nella gabbia.A non voler più trovare scorciatoie, a non voler più crearmi falsi alibi per osservare tutto senza mettermi in gioco. Certo, prenderò ancora più batoste, farò molti più errori, prenderò più abbagli. Ma chi se ne frega. Voglio ritornare ad essere quella persona spensierata di un po’ di tempo fa. Che dedica pomeriggi a ciò che la fa stare bene, senza sentirsi in colpa. Che urla senza aver paura di far troppo rumore. Che vive. Punto e basta.

P.S:Ho dimenticato di ringraziare davvero, e col cuore, chi mi apre gli occhi continuamente, chi mi sa ascoltare anche quando il nervosismo s’impadronisce di me. Senza di voi, sarei la persona più miope e sola dell’universo. Grazie di cuore

venerdì, novembre 24, 2006

Novembre 2006

Ecco che anche uno degli ultimi mesi di questo anno sta per finire.
Non che mi dispiaccia...ho un'enorme voglia di cominciare un altro di anno.Magari senza le delusioni, le sconfitte, i colpi bassi che il 2006 mi ha preparato.
Però, anche se non me l'aspettavo per niente (soprattutto dopo il terribile mese di settembre), ecco che mi trovo a scrivere, alla fine di questo anno, quasi rasserenata. E non lo credevo possibile data l'enorme mole di lavoro che mi attende per gennaio, date le tremila preoccupazioni quotidiane, i problemi e le preoccupazioni. E mentre fuori c'é un'aria uggiosissima,in pieno stile autunnale, io, che fino ad ieri ero la più metereopatica delle creature, mi sento davvero bene.
E mi chiedo come abbia potuto far girare il mondo così attorno a me...nel mondo c'é così tanta tirstezza, così tanta inutile e gratutità meschinità che, tutto quello che mi é successo, non può apparire che stupidi capricci da ragazzine.
Ma forse é normale concentrarsi solo sul proprio microcosmo...ed ecco che la tua vita, il tuo arrovellarti quotidiano, le battaglie che hai a cuore, i tuoi sogni e le tue passioni diventano il centro del mondo.Però si rischia di perdere tutto il resto. Di lasciare fuori dalla porta la bellezza delle prime giornate invernali, la telefonata di un amico che non sentivi da tanto, la voglia di tornare a casa e riabbracciare i tuoi.
Oggi il mio oroscopo(per altro quello sul "Firenze")mi esortava a infondere la grinta e la positività che ci sarebbe stata in questi giorni negli altri...ed io é proprio questo quello che voglio fare.Non voglio più scaricare sugli altri solo le mie angosce, le mie paure, i miei dubbi esistenziali. Voglio che questa luce che sento dentro non sia solo mia. Dopo tutto se mi sveglio ridendo e mi addormento felice é soprattutto merito delle persone che mi sono vicine ogni giorno...delle mie amiche del club Rowenta, dei miei amici sparsi per il mondo,di mio fratello che straripa di gioia per le vittorie dell'Inter ,per la mia mamma e il mio papà che mi fanno sentire protetta, per Linda che, anche se litighiamo un giorno sì e l'altro pure, resta sempre il mio faro, per Licia che é più saggia e metafisica di quando lo sarò io in pensione, per De André che ormai é un compagno quotidiano, per Parigi che mi aspetta e che mi lascerà ancora senza fiato, stupita, rapita, stordita.
E poi per la voglia di imparare, di conoscere, di cadere e di rialzarmi.Ancora una volta. Spero di non essere solo di passaggio...per ora la vita mi sta sembrando un lungo ed entusiasmante Interrail in cui, paesaggi, esperienze, colori sembrano non saziarmi mai.Spero di non fermarmi mai in nessuna stazione...per ora questo continuo divenire mi sembra un'ottima strada verso la felicità.

martedì, novembre 21, 2006

- 30 minuti a statistica

Eccoci ci siamo.Tra circa mezz'ora sarò sola soletta con deviazioni standard, campioni e altre stranezze boddiane. E di nuovo giù con i calcoli, le formule varie, le t e le z che spuntano come i funghi nei boschi ad ottobre...wow, per la similitudine Giggi sarebbe orgoglioso di me!
Certo che é strano...questi giorni mi sono completamente immersa nella statistica.E sono sempre più convinta della sua inutilità nella mia vita...per quanto si possa quantificare, cercare una legge immutabile e regolare che dà un senso alle cose, ecco che spunta l'errore standard. Ecco che l'imprevedibile, l'inaspettato stravolgimento degli eventi é sempre dietro l'angolo. Per quanto gli statistici possano applicarsi, come si fa a confinare la stranezza della natura umana in asettiche tabelle!Sarebbe il caso di andare in CONTROTENDENZA ANTAGONISTA e convincere gli altri compagni di corso a sabotare questo test. E ad usare l'aula grande dl cubo per un bel rave giamaicano. Cuba Libre e Bob Marley per tutti. Ma dato che la probabilità che questa cosa sia fattibile é nulla, sarò tenuta a fare il test. Nessuno può sfuggire al proprio destino...e per ora nel mio destino non ci sono che intervalli di confidenza. Hasta luego e soprattutto...el pueblo unido!In culo alla balena e tutte le altre varie meschinità perpretate a poveri animali. Fe

giovedì, novembre 16, 2006

Flusso di coscienza

Oggi fuori c'é un'aria grigia e un piccolo accenno di inverno.Il libro di statistica incombe sul tavolo e mi ricorda che, forse, sarebbe ora di iniziare a sfogliarlo. Ma oggi la probabilità di entrare in confidenza con gli "intervalli di confidenza" é pressocché nulla. Perciò per non umilare le mie sinapsi con un lavoro estenuante preferisco distrarmi...e la mia mente non può che divagare.
Ragazzi, che periodo?Praticamente non metto piede in casa...ogni giorno c'é un nuovo laboratorio, una nuova attività che non può essere persa, un impegno improrogabile, un'annotazione sempre in più sull'agenda.E tra un casino e l'altro ogni tanto fa capolino un dubbio...se davvero riuscirò a portare avanti le cose nella maniera migliore possibile, se ci saranno le stesse batoste dell'anno scorso, se avrò mai un minuto da dedicare a me stessa, ai miei libri non ancora letti, ai miliardi di cd che devo ancora ascoltare, alla saga del Padrino che voglio vedere tutta d'un fiato. E poi la filosofia che mi piaceva così tanto (e ora non leggo un filosofo dall'alba dei tempi), la mia nascente passione per la cucina, la voglia di passare un pm con le amiche senza pensare al tempo tiranno. E poi i mercatini di Natale, le giornate passate a giocare a scacchi, le lunghe passeggiate senza una meta precisa. Non c'é tempo per tutto ciò e , meno che mai, ci sarà negli anni a venire. Ma, ciò, non mi fa fatica, non genera l'amaro e arcigno gusto dell'insoddisfazione, della rassegnazione...mai nessun'altra rinuncia é stata più piacevole!
Soprattutto se considero quanto questa facoltà ha saputo darmi...ha dato un senso alla mia vita, un motivo per svegliarmi la mattina ed essere assolutamente ansiosa di imparare ciò che ancora non so, di vedere ciò che ancora non ho visto, di misurarmi con un sempre crescente senso di responsabilità.
Nessuno può strapparci al nostro destino...e io, ora come ora,sento sempre di più di aver messo le radici su questo sentiero...
ah!Qualche giorno fa ho rivisto il prof che ha distrutto, con la sua inconfodibile leggiadria mesi e mesi di duro studio...é stato un incontro alquanto spiacevole ma ho finalmente capito che tutta l'amarezza che avevo, e ho tuttora, si é trasformata in rabbia, grinta e determinazione.
Un'ultima cosa...anche se quello che faccio é così totalizzante ed estremamente pieno di senso, sto impegnandomi perché la mia vita non si fermi a questo...certo, le giornate dovrebbero durare almeno 80 ore ma voglio provarci lo stesso!E spero sempre in qualche novità eclatante...

mercoledì, novembre 01, 2006

Ed ero contentissimo...

...sto raccogliendo firme per una petizione popolare per eliminare la canzone di Tiziano Ferro da tutte le radio italiane. I motivi?
-tutta la canzone é un'unica lunga lunghissima frase, per cui Tiziano non riprende mai fiato dall'inizio fino alla fine
-é inutile che mette i riferimenti ad Amsterdam per far vedere che é quello che viaggia...rimane sempre un burino!
-la canzone non ha senso
-e io sono stanca di svegliarmi la mattina, accendere la tv e trovare la faccia angosciata di questo che rimpiange il ricordo-del-ricordo-che-gli-suggeriva-bla bla bla!
Già la vita é tanto difficile...poi ci manca solo questo qui che ricorda il passato e intanto ,nel presente, non trova nulla di meglio da fare che angosciare delle povere genti!Tanto meglio Giggi che enfatizza meticolosamente il maglione nuovo del primo appuntamento!
Vabbé,é normale questo sclero alle 11:55, dopo essermi svegliata circa mezz'ora fa.
E' bello vedere come certe cose non cambino mai...é stato un piacevole risveglio nella mia casa, con i rumori e gli odori di sempre e il solito calore che l'accompagna. Poi ieri é stata una bella serata con i miei amici...tutti a raccontarci che piega a preso la nostra vita (chissà perché a parte le cretinate non ho mai nessuna notizia eclatante!) e a ridere come sempre, come se non ci fossero km e lunghi mesi a separarci.
E' un pò come se ognuno di noi fosse partito dalla stessa stazione ma stesse percorrendo binari diversi, in vista di traguardi differenti ma, poi, inevitabilmente le strade finiscono per incrociarsi e ci si ritrova al punto di partenza.Ma con un mare di esperienze in più, di percorsi interiori, di cambiamenti inattesi. E allora poco importa se non si condivide ogni singolo istante, se non si passa più ogni attimo della giornata gomito a gomito. Perché ci si ritrova ,poi, davanti lo stesso bar o a girare a vuoto in macchina, e le parole infinite riescono a colmare tutta la lontananza.
Ed é come se non fossi mai partita da qui...come se la mia vita fosse ancora ai memorabili tempi del liceo, quando mamma urlava la domenica mattina perché non avevo mai voglia di svegliarmi prima delle 14, quando non conoscevo ansia, paura e nervosismo. Ero semplicemente la persona più spensierata e positiva del mondo. E poi mi fermo a riflettere e vedo, in realtà, quanto é cambiato. Non solo per il fatto che abbia quasi messo le radici a Firenze ma quanto, tutte le esperienze belle e amare di questi anni, abbiano trasformato la persona più spensierata del mondo semplicemente in una, forse un pò più preoccupata, ma di certo più matura e completa.
E poi c'é tutto un bagaglio di certezze, speranze, illusioni, sogni che ora mi accompagna...certo, a volte é talmente pesante che sento quasi schiacciarmi ma ha un gran merito:mi ancora a terra ma mi permette, allo stesso tempo, di divagare e di immaginare, sempre e ostinatamente, anche nei momenti peggiori, che la felicità é pur sempre dietro l'angolo.
Basta solo avere il coraggio e la forza di arrivarci.

mercoledì, ottobre 18, 2006

Il titolo proprio non mi viene

Vorrei che questo post lo leggesse uno di quegli adolescenti brufolosi tutti Topexan e fantomatiche pseudodepressioni. Vorrei che questo post lo leggesse qualche giovane industriale di successo che non ha alcun obiettivo se non quello di dare al denaro il valore più effimero possibile. Vorrei che questo post lo leggesse chi passa le sue giornate trascinandosi e lamentandosi della pioggia incessante e della noia dilagante. Vorrei che questo post lo leggesse chi dice che la vita é una merda, che noi siamo di passaggio e che questo passaggio é duro, faticoso e piuttosto annoiante...

E' una serata come tante altre. Io davanti al pc dell'Internet point, con metà pensieri rivolti al post e l'altra metà impegnati a decidere con quale piatto grasso e succulento mettere a dura prova il mio fegato stasera. Ma, come sempre mi succede, é in queste serate assolutamente anonime che mi viene da pensare.
Pensavo a quanto ho, a quanto ho costruito e quanto ancora é in fase di costruzione. Pensavo a quanto sono cambiate le mie giornate, stravolti i miei ritmi, riempito di un nuovo senso tutto ciò che faccio.Pensavo alla vita. A quella che ogni giorno mi stupisce, mi frastorna, mi confonde con l'assurdo dogma per il quale, quando sei convinto di aver capito la natura delle cose, in realtà non c'hai capito proprio niente.
E non posso che sentirmi piena quasi da scoppiare, assurdamente sazia ma, allo stesso tempo, ansiosa di apprendere tutto ciò che ancora non so, curiosa di ascoltare voci mai udite, canzoni che ancora dovranno essere scritte, parole che lasceranno il segno.
E mi sconvolge come, basti veramente poco, per farti sentire ricco. Assolutamente invidiabile anche dallo scià di Persia.
Le risate con delle amiche fantastiche a lezioni, le chiacchierate interminabili con le tue amiche di sempre, con la stupenda sensazione di capire che, nonostante i km, siete sempre una sola cosa, le mie fantastiche sorelle che comprendono anche i miei momenti di nervosismo, la conversazione con Gassman (ovviamente il surrogato!) in treno capendo che, tutte le cose che stai dicendo circa il tuo futuro, le stai ripetendo a te stessa, più che a un perfetto sconosciuto. E poi la pasta, le corse in bicicletta, il primo freddo di novembre, la pioggia autunnale, la tensione positiva che ti spinge a fare sempre di più, un nuovo libro sul comodino, la birra, la sinistra al governo (magari si spera in qualcosa di meglio di Prodi), la gioia, la nutella, l'amicizia, l'amore, Riccardo Scamarcio, un sms inaspettato, una litigata furibonda,un esame in più sul libretto, una festa con gli amici,il mare, il sorriso di un bambino, l'aiutare gli altri, le passioni, gli ideali.E poi i sogni, senza i quali saremo poco più che larve. Potrei continuare all'infinito ma credo che questo elenco sia già abbastanza lungo da non farmi comprendere come possano esistere persone che ignorano tutto ciò. Che annusano il prfumo della vita e vanno avanti. Che vengono colpiti dalla sua straordinaria incomprensibilità e accettano la meschina banalità del superficiale.
Davvero non riesco a capire come si possa dire che la vita fa schifo, che i cammelli nel deserto se la passano meglio di noi, é che tutto é un monotono susseguirsi di fotogrammi privi di senso.
Sarà che sono fermamente, tenacemente convinta che ognuno abbia una precisa, personale missione. E che sfuggirne, tirarsi indietro,accettare la resa é un oltraggio. Quasi un sacrilegio.
E delle poche, pochissime certezze che ho questa é una delle più salde:
"siamo qui per un sogno:il sogno di poter tornare a sognare"

venerdì, ottobre 06, 2006

Per te...

Per te che hai fatto, finora, della tua spensieratezza la tua qualità più bella,
per te che non hai mai avuto paura di osservare la realtà con la tua brillante ironia,
per te che hai fatto della tua sensibilità una forza, del tuo coraggio una virtù,
per te che hai dimostrato che si può vivere con il sorriso sulle labbra, nonostante tutto oggi trasudi pessimismo,
per te che non hai mai avuto paura di condannare le ingiustizie e dipingere ciò che vedi con amaro sarcasmo,
per te che non ti sei mai arreso davanti alle piccole grandi difficoltà,
per te che non ti stanchi di ripetermi che ho diritto a vivere i miei vent'anni ma, allo stesso tempo, non nascondi quanto ammiri quella forza che mi tiene incollata fino all'una di notte ai libri,
per te che hai saputo poeticizzare la vita e vivere la poesia,
per te che hai saputo mantenere un animo giovane nonostante gli anni che passano,
per te che mi insegni ogni giorno tanto, anche con un solo sorriso, con una parola veloce tra una partita e l'altra,
per te che mi metti in ridicolo quando piango per i miei voti ma poi mi sproni a non arrendermi mai.
Per te che mi hai insegnato quanto più potente é quel carisma che si esprime nel silenzio, quanto più efficaci sono le parole non imposte con la forza,quanto quelle virtù non urlate possano fare molto più rumore.
Per te che, sebbene in questo momento sei alla ricerca della strada maestra, in fondo ci sei già.
Devi solo cercare di capire che le insicurezze di questo momento ti renderanno più forte, che le paure che non ti danno pace in realtà ti stanno irrobbustendo contro gli imprevisti della vita. E che la vita fatta di spensieratezza e allegria ogni tanto devia, sterza bruscamente e ti conduce su sentieri inesplorati, impervi. Duri. Ma, in realtà, molto più veri ea autentici. Non é vita quella che conosce solo sorrisi, partite vincenti, rigori sempre in porta. La vera vita é quella che ti schiaffeggia, ti disorienta, ti stordisce. Ma poi, all'improvviso, proprio quando ti senti vicino alla resa, ecco che un tiro sulla traversa miracolosamente é dentro.Ecco che un incubo perde via via i suoi toni cupi. Ed é allora che, proprio come nelle migliori hits di Giggi, ritorna il sereno.
E nulla sarà più come prima. Ogni sensazione, paura, emozione, successo, desiderio apparirà amplificato. Più intenso mille volte e ancor più.Perché avrai conosciuto il sapore amaro dell'abbattimento...spiacevole, doloroso, eppure pressupposto essenziale per vivere la vita.
La tua vita.
Cerca che sia sempre e solo tua. Vivila con quell'egoismo tipico di chi é geloso del suo tesoro più prezioso. E non lasciare mai che siano altri personaggi a strapparti il palcoscenico. A renderti secondaria comparsa.Lascia che siano sempre i tuoi pensieri, i tuoi desideri, le tue ambizioni più grandi a guidare la tua mente, i tuoi passi, il tuo cuore.
Non aver timore di non essere all'altezza, di deludere, di avere ambizioni esagerate, sogni irrealizzabili o timori che non potranno mai essere resi quieti. Solo quando lascerai l'ingombrante fardello di questi e tanti ancora pensieri negativi sarai definitivamente libero.
E ti sembrerà di volare...sereno, agile, sicuro. Come mai hai fatto. E come fai tutt'ora, anche se ti sembra di restare fermo, saldo a terra.

Per te. Che ogni giorno mi insegni a vivere. E mi inviti a guardarti stupita perché proprio non riesco a capire come faccia ad avere dei dubbi, una persona così bella.

sabato, settembre 30, 2006

Cose che ho imparato da questo mese...

E' stato un lungo duro mese.Uno di quelli in cui ti svegli ogni mattina e il tuo unico, assillante pensiero é resettare tutto. Cancellare volti, date, nomi e cancellare come se fosse tutto un rapido flashback da dimenticare.E' invece purtroppo, o per fortuna, non é possibile farlo.
Mi sono trovata davanti la vita.Quella vera, dura che non mi ha visto brillante, vincente ed euforica come il solito.Anzi. Mi ha messo davanti le mie debolezze, la mia incapacità di accettare che le cose che non vadano come previsto, il mio egocentrismo che salta fuori quando il mondo non gira più intorno a me. Ma, da questi giorni passati nella tristezza ho imparato tanto. Puù di quanto un mese allegro, euforico, gioioso abbia mai potuto farmi capire.Ed ecco sono qui. A tirare le somme. Ancora una volta.
Ho capito quanto un numero, uno stupido ed inutile numero, possa riuscire a togliere colore a ciò che ti circonda, ad intristirti, a farti sentire sola ed incompresa.
Ho capito quanto l'ingiustizia, quella che ti piomba addosso con la sua violenza, possa bruciare in un attimo le tue speranze, il tuo studio di sei mesi, i sogni di un successo grande e meritato.
Ho capito quanto ti sembra di conoscere le persone. Ma, in realtà, non hai capito niente. Che devi ricrederti, purtroppo, ammettendo che avevi un pò trascurato il loro lato peggiore o che, al contrario, non avevi ancora avuto la fortuna di conoscere le loro virtù più grandi.
Ho capito quanto l'abbraccio della mia famiglia, un sms inaspettato da un amico, un sorriso da chi ti comprende e ti é vicino é più terapeutico di sette anni in Tibet.
Ho capito quanto rabbia ho dentro. Non credo di esser mai stata tanto arrabbiata ma,allo stesso tempo, tanto desiderosa di trasformare la mia rabbia in riscatto, la mia incazzatura in grinta.
Ho capito quanto il mio sogno sia grande, totalizzante, assoluto. Capace di farmi accettare una sola settimana di vacanza in tutta l'estate e di non rimpiangerla neanche quando i miei sogni di gloria sono stati distrutti dalle ossa del massiccio facciale.
Ho capito quanto sono disposta a rifare tutto quello che ho fatto. Notti insonni, settimane sui libri, giornate chiusa in casa perché questa é la mia missione, la mia vocazione, la mia unica e sola strada.
Ho capito quanto chi non ha nel proprio vocabolario la parola "sacrificio" non potrà mai percorrere questo e lungo e duro cammino e, soprattutto, che chi ha avuto sempre la vita facile e battaglie sempre più che vittoriose, non potrà mai affrontare la vita allo stesso modo di chi é tanto tanto arrabbiato.
Ho capito che la selezione la fa la vita. Quella che non si ferma ad aspettare le tue insicurezze, le tue paure, i tuoi timori.
Ho capito che affronterò il terzo anno in maniera diametralmente opposta al precedente. Che avrò sempre e solo, come mio unico faro, il mio obiettivo. Cercare di strappare un sorriso dove c'é solo e soltanto sofferenza, portare speranza dove si vede disperazione, regalare un attimo di luce a chi non ha forza per vederla da solo.ù
Ho capito che ognuno ha una missione nel mondo, un suo posto nel suo angolo di cielo.
A me non va di sprecare le mie forze, tutte le mie energie e le mie capacità a piangermi addosso...
per fortuna é passata. E anche se ho passato settimane ad essere la cliente modello della Scottex o il soggetto ideale di una canzone di Bobby Solo, ora sono pronta ad affrontare il terzo anno con la mia consueta voglia di vivere.
Dimenticavo!Ho capito anche un'altra cosa...che chi dice che la musica italiana ha toccato il suo punto più basso con Giggi e Anna, non ha ancora avuto la digrazia di ascoltare Fabri Fibra e MondoMarcio!Besos, Fernanda

domenica, settembre 10, 2006

Disgustoso prologo

Scrivo mentre l'amarezza mi tiene prigioniera e la rabbia non mi dà tregua.
Certo, sono esagerata.Baso la mia vita sull'università e quando crolla questo, si digrega tutta la baracca. Ma ora sono qui a chiedermi, da più di 72 ore perché.
A cercare di capire perché, dopo mesi di durissima e intensa preparazione, dopo giornate intere passate nella mia mansarda sola io, il Balboni e il Netter, dopo aver rinunciato deliberatamente di non avere uno straccio di vacanza pur di preparare un esame brillante, dopo essermi rinchiusa in casa, dopo aver allontanato pensieri, preoccupazioni e ansia pur di arrivare all'esame in forma mentale perfetta, dopo essermi impegnata all'inverosimile pur di arrivare ad avere 29 ad anatomia II e un 28 in microscopica, sia andato tutto a rotoli. Cero, l'esame l'ho passato. Dovrei sentirmi felice di aver passato l'anno, essermi tolta questo peso ma é solo una magra, denutritissima consolazione. Che ora non mi consola. Anzi, mi fa sentire per l'ennesima volta insoddisfatta e triste. Non tanto per il voto pietoso quanto per non aver avuto la possibilità di diquisire sulle cose che avevo studiato, di parlare del snc che mi era piaciuto da morire, di poter fare mille e mille collegamenti. Un esame solo sui cornetti nasali e sulle ossa del massiccio faciale (programma solo di anatomia I). Come se non esistessero fegato,reni, polmoni, encefalo e gli altri miliardi e miliardi complicati ingranaggi del nostro esistere. Ed é questa profonda ingiustizia che non mi dà pace...a chi un esame da ebeti e a chi domande assurde che determinano la tua disfatta.
Ok, mi solleverò anche questa volta. Per amore della mia professione e del genere umano combatterò e combatterò. Ora e altre mille e mille volte.Ma, per ora, mi sento così. Stanca e disillusa. Davvero tanto.

Disgustoso prologo

lunedì, agosto 07, 2006

....Corfù 2006

Primo giorno a casa. Primo giorno del lugubre post vacanza.
Un'aria cupa fa da perfetto sfondo alla malinconia che mi accompagna oggi.
Sarà l'assenza dello iodio, del sole, della brezza marina ma, davvero non mi ci ritrovo tra queste montagne. E non riesco davvero a capire come Heidi potesse arrivare a sentirne tanta nostalgia.
Oggi ho vissuto con la lentezza di un treno merci. Saranno le indigeste pita gyros che ancora navigano nel mio intestino ma, forse, la colpa é della testa. Troppo piena di ricordi.
E' un classico:appena ti rituffi nella routine, ecco che canzoni, sensazioni, immagini del tuo viaggio rendono inutile ogni tentativo di tornare alla normalità.
Ed ecco che inizi a rimpiangere le dormite di solo tre ore, l'odore della crema solare, il calore del sole.E la normalità ti sembra davvero inaccettabile. Soprattutto se il tuo viaggio ti ha rapito da un periodo di ansia e paura, é riuscito ad allontanarti dai timori che, una settimana prima, sembravano non darti pace.

Ora sono qui. Davanti al mio pc. E mentre la pioggia scende, io mi sento tanto ricca.
Sì, perché un viaggio ti riempie di un misto di grinta, forza, emozioni, tali da riuscire a ricaricarti per un altro intero lungo anno.
E poco importa se una settimana é stata troppo fugace, se il tempo é tiranno-bastardo-furbo e inafferabile. Quello che conta é quello che hai dentro e che, nessuno, potrà mai provare a strapparti.

Tutto é iniziato con una levataccia (tanto per cambiare:questo sarà il leit motiv della vacanza!) a cui sono seguite lunghe ore in autobus. Dopo una mattinata trascorsa a Brindisi, trascinando valige che pesavano più o meno quanto me, é finalmente iniziato il viaggio in nave.
C'era gente che dormiva dovunque...per terra, sulle poltrone, sul ponte e provare ad attraversare la nave, significava fare uno slalom fra gente che russava e bambini che strillavano. Per non parlare delle 6 di mattina quando un'intera famiglia turca inonda il bagno per farsi la doccia ed entra poi nella sala delle poltrone in accappatoio e grondanti d'acqua!
Ma, cmq, lo spettacolo di vedere albeggiare sul mare ripaga ogni disagio.
Dopo una lunga notte siamo finalmente arrivate a Corfù, abbiamo affittato gli scooter e colonizzato con un disordine disumano la nostra nuova casa. Da questo punto in poi non saprei più descrivere il programma preciso di ogni giorno, dato che é stato tutto un giorno continuo...la mattina e il pm in giro in scooter per tutta l'isola, avendo in alto le montagne e in basso il mare,le serate passate fra schiuma party (divertentissimo!) , Kavos, Corfù e serate greche finite troppo presto.
Ovviamente la sfiga mi ha accompagnata dal primo giorno, mi sono ustionata con la marmitta dello scooter, la ferita si é infettata e ho passato la vacanza a mettere creme, prendere antibiotici e creare delle poseudomedicazioni con il nastro isolante rosso (e io sarei un futuro medico???) che, però, erano proprio fashion. Ma, a parte questo piccolo irrilevante dettaglio, sono state tante altre le cose da salvare...i nostri simpatici vicini napoletani che ci hanno portato fino a Kavos e con cui abbiamo veramente parlato di tutto(da discorsi filosofici a cretinate assurde!),i foggiani, le risate continue che mi sono fatta in queste vacanze (facendo credere al mondo che Fabi Fibra fosse il mio guru!),Harry's Market e sua madre, lo scherzo al noleggiatore degli scooter (gli abbiamo fatto credre che gli hooligans ce l'avevano distrutto e gettato in mare e il demente c'ha creduto!) !
E poi l'assoluto ,totale senso di libertà di sentire l'aria sbatterti in faccia mentre corri in scooter, di alzare lo sguardo e pensare che non può succederti proprio nulla di male. Che sei nel migliore dei mondi possibili. E le giornate in barca sotto il sole, con Bob Marley in sottofondo e, davanti a te, una distesa infinita di blu.Da toglierti il fiato.
La libertà.La pace. La serenità totale che, a volte, la vita frenetica di città non riesce neanche a farti pensare che esista. E' questo quello che il mio viaggio é riuscito a darmi.

Ma anche se il mio spirito vagabondo scalpita e pretende il suo diritto alla fuga, ora sono qui. Ancora una volta con i piedi per terra e la mente presa da scadenze, obblighi ,doveri.
Ma tutto sommato sono contenta di farlo. Perché so che, sempre e comunque, questo senso di libertà non potrà attenuarsi...resterà con me e si farà vivo, presente quando le mura di questa stanza appariranno soffocanti e il mio cielo un pò troppo buio.
Perché ci sarà sempre un mio angolo di mondo ad attendermi, una barca ad accogliermi a suon di reggae e migliaia di km attendermi... ci sono troppe strade che devono essere ancora percorse, troppi volti ancora da incrociare, angoli smarriti da scoprire,perché io possa perdermi tutto ciò.
Spero di rimanere sempre come mi sento ora...con lo sguardo fermo e lucido sui miei obiettivi ma, con il cuore in una terra lontana e lo zaino sempre perennemente in spalla. Interrail sto arrivando!!!

giovedì, luglio 20, 2006

...Caspita quanto tempo!

Caspita quanto tempo che non scrivevo...una parentesi lunga più di un mese mi ha tenuta lontana dallo scrivere.Ciò che più mi viene naturale al mondo.
Nel mezzo ci sono state ore e ore di studio mentre l'arsura avanzava impetuosa,la fretta cresceva e le giornate apparivano sempre troppo brevi.C'é stata una nuova casa da inaugurare RIGOROSAMENTE con bagordi di sangria e tacos, c'é stata una gratificante vittoria ai mondiali, serate trascorse davanti la tv, aspettando un goal che, puntualmente, arrivava quando Mazzola stava dicendo qualcosa di stupido. C'é stata la vita. Con tutti i suoi casini, i suoi ritmi, a volte, insostenibili. Eppure sempre talmente tanto bella da toglierti il fiato.
Sempre pronta a stupirti e, ad invertire la sua spirale di negatività, quando proprio non te l'aspetti. Proprio come una pompa sodio-potassio puro style. Perché basta un sorriso, un msg inaspettato, una canzone che non ascoltavi da tempo, un successo meritato, una serata con gli amici, una telefonata rasserenante, un tramonto dorato a rendere tutto così maledettamente e terribilmente bello.
Sì, lo so, stasera sono un pò sullo stile Leopardi ma i miei neuroni, dopo mesi passati a barcamenarsi fra fisiologia, anatomia e genetica, sono stati messi a dura prova.
Ora tutto quello di cui necessitano é piazzarsi in riva al mare, adagiarsi alla Fantozzi maniera su una spiaggia dorata, e non pensare a nulla che non sia la "settimana enigmistica" o l'ultima cretinata di Chi.
Perché ad agosto mi aspetta un vero, duro, estenuante tour de force. Ma, per ora, buona vita a tutti!

venerdì, giugno 02, 2006

Dove si va?

E' questa la domanda a cui non riesco a dare risposta da giorni. La domanda che sorgerebbe spontanea a chiunque avesse visto quello che ho visto in questi giorni, a chiunque si fosse trovato davanti a questa triste realtà.
E' la triste realtà di un paese senza più speranze. Il mio. Un paese nel quale non vivo più ma che non ho mai smesso di amare.Al quale non smetto di pensare neanche un attimio. Perché fossi anche a Capo Nord, le sue montagne, il sole accecante nelle mattine d'agosto, il verde dei boschi saranno sempre dentro di me. Tanto quanto il calore della gente, la tenacità del popolo. Un popolo che, credevo, conservasse in sé l'intelligenza genuina dei posti non ancora contaminati dal più sfrenato consumismo, l'arguzia propria della gente che ha saputo imparare dalla storia.

E, invece, mi sono trovata davanti ad uno spettacolo pietoso. L'ennesimo scenario tragicomico che apre ogni campagna elettorale ma questa volta, credo, si sia raggiunto il culmine.Nemici giurati fino a pochi giorni prima. Da una parte Forza Italia con un personaggio conforme allo stampo berlusconiano, dal'altra un'allegra combriccola di Ds. Ma, a pochi istanti prima delle presentazioni delle liste, tutti insieme appassionatamente a cantare Bandiera Rossa con sprazzi d'inno berlusconiano quà e là, giusto per non tradire l'alleanza!Ed ecco che l'amministrazione uscente e l'opposizione uscente si ritrovano meravigliosamente insieme. Miracolo politico? Operazione degna di un abile stratega? Direi, più che altro, uno specchio della verità. Perché non c'é partito che tenga, divisione politica che possa allontare quando, in resltà, la natura umana é quella, quando le ambizioni politiche sono quelle. Quando c'é alla base lo stesso desiderio di fare politica in maniera massonica. Quando alla base, al posto degli ideali, della passione, c'é il tentativo di appagare degli interessi personali. Quando della lotta, c'é solo quella per sistemare il cugino, il genero della nuora, il fratello del compagno di merende.
Perché poco importa il colore della propria bandiera, se ad accumunare questi loschi individui c'é un'unione di intenti:quella di gestire la cosa pubblica come Cosa Nostra!

Ma la cosa che ancora più mi sconvolge é la stupiditò, l'ipocrisia, la mancanza di senso critico. Credevo tutto ciò non fosse del mio mondo. Invece sono stata clamorosamente smentita. Fino a pochi giorni prima, le piazze, espressione massima del popolo, non facevano che lamentarsi di quest'accoppiata sconvolgente. Non facevano che guardare con un misto di sdegno e commiserazione a un insieme di persone che , già durante la campagna elettorale, avevano iniziato a litigare, che non avevano uno straccio di programma e così, per compensare ad un clamoroso vuoto di idee, optavano per le accuse, le denigrazioni, le offese. Qualcosa in piazza dovevano pur dirla!
Per non parlare dei giochi massonici della notte prima delle elezioni. Manovre politiche oscure, minacce, altre alleanze inimmaginabili hanno determinato la loro vittoria.

Sì, una vittoria. Perché il popolo, quello che ha in sé l'intelligenza non contaminata dal consumismo, quello che impara dalla memoria storica, li ha votati in massa. Perché l'intelligenza va a farsi benedire davanti alle minacce o alla promessa di un posto di lavoro. Perché la memoria storica non serve più a niente se si accetta di votare chi si vende il partito. Perché, oggi nel 2006, c'é ancora gente che vende il proprio voto davanti ad un bicchiere di vino.
Perché la coerenza, l'integrità morale, la fedeltà agli ideali sono pure ed autentiche utopie in un paese in cui finisce tutto a tarallucci e vino.

Mi sento stanca.Stanca di aver sperato in una metamorfosi, nel progresso, nella rinascita. Ed essere ripetutamente smentita. Perché se c'é una cosa che fa male é l'ignoranza. Quella che offusca la mente e imprigiona il cuore.Quella che permette di capire che una svolta c'era, con una lista di ragazzi e di persone che davvero amavano il popolo, ma ciononostante consente di vendersi al migliore acquirente.
Perché la cosa che più fa male é che ora il popolo comincia già a lamentarsi:finita la festa, finiti i tarallucci e vino é il momento della lucidità. Quella che non perdona e che, ora, mostra un errore clamoroso.Un errore che, però, durerà 5 anni e che porterà con sé uno strascico di conseguenze negative, visto e considerato il modo di far politica degli amici dei pizzini.

E come me, tutti i giovani di questo paese sono stanchi e sfiduciati.Ma é sbagliata la resa.E' sbagliato l'atteggiamento di chi, sfiduciato e disilluso, si rifugia nei suoi sotterranei.
Perché se c'é una cosa che ho imparato dalla persona a cui dedico questo post (e che, a sua volta, nonostante i suoi 50 anni e passa, non smette mai di imparare) é che ogni volta che muore una speranza, nasce una nuova illusione. E, soprattutto, che se la credibilità, i voti, il potere si possono conquistare a tarallucci e vino, la fede ai propri ideali, l'amore per la propria terra, la passione politica e la speranza, nonostante tutto e nonostante tutti,non sono in vendita in nessun luogo. E, fin a quando, ci sarà anche una sola persona in grado di amare le sue montagne, i verdi boschi, un popolo meschino ma che é, pur sempre il suo popolo, allora tutto non é perduto.

venerdì, maggio 26, 2006

Dedicato a tutti quelli che...

Dedicato a tutti quelli che

Dedico questo post a tutte le persone che, troppo a malincuore, ho dovuto salutare stamattina. E che, a sole poche ore, mi hanno lasciato già un vuoto dentro.
A quelle persone che mi hanno accompagnato in questo lungo, eppure troppo breve, anno.
A tutti quelli che non mi hanno abbandonato nei giorni terribili d’angoscia per microbiologia, nei pomeriggi divertenti passati a bivaccare in biomedica, in cui il tempo sembrava sempre troppo fugace.
A tutti quelli che mi hanno fatto crescere fra ore passate a lezione, cene all’altissimo grado alcolico, giornate spensierate passate insieme, risate senza fine su Giggi e Anna.
A tutti quelli che, con l’arguzia dell’ironia e la cristallina trasparenza della semplicità, mi hanno aiutato a vivere. Mi hanno aiutato a comprendere quanto vivere sia lottare, combattere seguendo sempre e solo la luce del cuore.
A tutti quelli che mi hanno fatto comprendere quanto sia necessario, assolutamente prioritario, che le mie gambe non incontrino ostacolo alcuno e, seppur dovessero imbattersi in degli intoppi, siano abbastanza forti da sovrastarli.
A tutti quelli che sperano che le mie scelte vengano sempre varate alla luce fredda della razionalità, così come possano essere investite, talvolta, dal fuoco irrazionale della passione.
A tutti quelli che mi hanno insegnato quanto i dubbi, le illusioni,le incertezze siano importanti tanto quanto tutti i miei punti fermi.
A tutti quelli che, ogni singolo istante della mia giornata, mi hanno spronata a non perdere mai di vista i miei ideali. Mia ragione di vita.
A tutti quelli che mi hanno dimostrato che la forza può essere anche nel vacillare se dopo viene, inequivocabilmente, scelta la lotta, il riscatto anziché la resa. E che non c’è ricchezza più grande dei sogni.
A tutti quelli che mi hanno resa partecipa dei loro sogni e hanno saputo divenire parte attiva dei miei.
A tutti quelli che vivono intorno me, rifuggono da un’esistenza meschina che rifiuta di tentare per paura di cadere, che, per accidia o passività, sceglie la monotonia al cambiamento. La sedentarietà alla metamorfosi.
A tutti quelli che ho visto cambiare, crescere, sperare, soffrire, gioire, incazzarsi e poi tornare a sorridere… perché sono loro la cosa più bella che oggi, in treno porterò con me.
Insieme ai racconti di vita fiorentina, agli appunti confusi, ai ricordi sempre vividi c’è con me una ricchezza che ormai, dopo le delusioni e l’amarezza che ho incontrato, é riuscita a smentire il luogo comune che l’amicizia non esiste.
Io l’ho incontrata fra litri di sangria versati e giri di limbo a prova di ernia al disco.
E so per certo che, qualunque cosa accada, qualsiasi vento di eventi potrà abbattersi su di noi, avrò sempre loro su cui poggiare la testa se mi va di piangere, angosciare se avrò qualche problema, allietare con il mio grande amico Giggi.
A tutti quelli che, nonostante la mia sensibilità da elefante soprappeso, sono riusciti a farmi commuovere ancora. Siete sempre nel mio cuoooore!

lunedì, maggio 08, 2006

Se mi rilasso collasso!!

Questo post dovevo scriverlo almeno da due settimane ma, invece, ho abbandonato il mondo telematico per darmi alla mia nuova passione…I PIZZINI! E’ molto più divertente chiamare una persona "60", "123" invece che lasciare i miei dubbi esistenziali su una pagina che leggeranno in tanti…volete mettere l’emozione che si prova a inneggiare a Gigggi con un semplice numero (18…sta per "Forza gigggi, sei sempre nei nostri cuori!") senza correre il rischio di essere infamato e additato come "povera disperata che ascolta i neomelodici disperati"? Ovviamente sto scherzando. Sclero post-pastum (sottolineo che oggi c’è stato il pranzo della domenica, quindi gli effetti sono giustamente amplificati) o degna conclusione scriteriata di un periodo assolutamente scriteriato…
Tutto iniziò un caldo pomeriggio d’aprile quando delle giovani fanciulle non ebbero nulla di meglio da fare che perdersi nei meandri dell’ipercoop…iniziarono così folli ore di corse fra gli allettanti scaffali. Ce ne fu uno che colpì il loro interesse in maniera particolare (tanto che non riuscirono a distaccarsene senza dover acciuffare almeno l’80% delle cose che vi erano poste)…era quello dedicato al "nettare degli dei" e compagni. Beh, alla fine non optarono proprio per il nettare degli dei DOC ma, semmai, per quello degli dei di serie C2…il vino Ronco (fratello sfortunato del Tavernello, celebre poco quasi quanto Alberto Fortis). Ma la spesa non si fermava qui…non si sa come, fra le braccia delle sprovvedute e ingenue fanciulle, sono cadute anche rum, birre e alcolici vari. Per non parlare della degna compagnia che hanno fatto a quest’ultima, i migliori amici dell’appendice…patatine, arachidi e schifezze varie. Arrivate alla cassa, il carrello sembrava quasi una minaccia alla più solida della salute sembrava dire : "Sono tutto un colesterolo ma posso anche suscitare un’ondata di trigliceridi…per non parlare delle transaminasi che saliranno alle stelle, dopo avermi consumato totalmente".
E, in effetti, così fu…data la piega che prese la serata o, sarebbe più corretto, dire il pm, dato che i bagordi sono iniziati già ad un orario indefinito, fra le cinque e le sei.
Il resto è storia. O meglio è già nella leggenda. Una cena leggendaria quasi quanto vedere un’allegra compagnia dissoluta spezzarsi la schiena con il limbo e iniziare una successione indefinita di brindisi senza alcun nesso logico. Per il resto, c’è chi il mattino successivo vedeva presenze oscure aggirarsi per la casa, chi ha continuato con lo show Anna-Giggi, chi non aveva neanche più le forze per ridere.
Ma il periodaccio non finisce qui. Segue Roma con il primo Maggio. E’ stata, come al solito, un’esperienza memorabile…migliaia di persone che cantano "Contessa" e "Bella ciao" con gli stessi identici ideali. Migliaia di bandiere rosse, a farti quasi dimenticare che Forza Italia resta, comunque e purtroppo, il primo partito d’Italia.
E poi tutta una serie di notizie che lasciano il segno:tipo Bertinotti presidente della Camera, Berlusconi che si dimette, gli scandali sulla Juve, il rischio che Lucarelli possa lasciare il Livorno. Tutto per dire che…basta!Ora sono davvero stanca…ho bisogno di sano relax, di tranquillità bestialee pace assoluta. Sono momenti come questi in cui vorrei che tutti i miei problemi fossero fare la fila all’INPS, preoccuparmi se il prezzo della frutta continua a salire e annoiarmi tremendamente con tutto il sequel di "Sentieri" (giuro che l’ho solo sentito nominare, mai visto!). E invece mi aspettano tre mesi pieni di apparati, cellule che scoppiano se le metti nelle soluzioni sbagliate (leggi Fisio I), una nuova casa da cercare, una settimana a casa con annesse elezioni comunali, il libro su comodino da finire, la lotta alla cellulite, tanti altri concerti in vista, una vacanza da organizzare…tanta nutella per non collassare.
E sapete che è il bello di tutto ciò?E’ che sono contenta!Contenta che non abbia mai un attimo da dedicare ai miei peli incolti, contenta di non vedere un attimo di inattività…è forse questo il segreto della felicità? Ma se si è felici quando si è iperattivi, allora forse è l’eccessiva tranquillità a generare malinconia? O è la malinconia ad essere bastarda e a braccarti quando ti godi la tranquillità? Ora la smetto davvero con queste frasi senza senso. Farebbero preoccupare anche, Marzullo, sovrano incontrastato della grande tribù degli sclerati.Ma, dato che la coerenza è il frte (ehehehe), anche se adoro gli impegni e la iperattività, gradirei volentieri un rapimento…magari mi portassero in un posto esotico a vegetare tutto il giorno, cibarmi di mango e noia dalla mattina alla sera. Si accettano anche UFO o delinquentucci vari…l’Anonima Sequestri andrebbe bene, del resto la Sardegna non è mica male come vacanza!!! A presto…o meglio a quando i fumi dell’alcol saranno svaniti del tutto e non dovrò più scrivere post patetici!!!

giovedì, aprile 20, 2006

...lungo la strada

Oggi un post ci sta...e ci sta tutto!Soprattutto ora che il tempo si é anche adattato all'umore.Altalenante ed incerto.Volevo finirla di fare la filosofa da quattro soldi ed esimere, i poverini che si imbattono in questo blog, dai confusi e sconclusionati flussi di coscienza. Ma oggi il pc mi chiamava e, davvero, non ho potuto resistere.

Pensavo alle persone perse lungo la strada, a quelle incontrate inaspettatamente.Ai bagliori di luce che appaiono proprio quando non te l'aspetti. Pensavo a quanta delusione c'é dietro una persona che credevi fosse uno dei tuoi migliori amici e invece scopri un estraneo. A quanta amarezza c'é nel capire che, a distanza di anni, forse una spiegazione te la meriti. E invece il nulla. Un'indifferenza che fa male più di cattive parole. E pensavo a quanta rabbia ho dentro. Perché vicende come queste mi rattristano e non mi fanno capire quanti bagliori di luce ci sono lungo la mia strada. Mi riferisco alle persone speciali che ho conosciuto in questa nuova città. Che ci sono e ci saranno sempre. Alle persone che, nonostante la lontananza, rimangono punti saldi del mio cammino. E a tutte le persone che verranno. E mi riempiranno di gioia, di allegria e di buonumore. Perché se c'é una cosa che ho imparato lungo la strada é che ogni persona é un mondo...perciò non smetterò mai di essere un'inguaribile idealista e a desiderare di cercare il meglio in ognuno. Costi quel che costi. Perché nessuna delusione può essere più grande della potenza della amicizia, donata in maniera gratuita e incondizionata.

mercoledì, aprile 12, 2006

Il senso della vita

Strano che riflessioni così profonde emergano in un pomeriggio assolutamente comune. Un pomeriggio come tanti. Uno di quelli un sole d'aprile, ancora troppo timido, gioca a rincorrersi con le nuvole. In cui il tuo libro di anatomia non ti rapisce abbastanza da risparmiarti le chiacchiere dei vicini. Come se le ultime news di paese fossero la cosa che ti preme più sapere al mondo!
Eppure é in giornate assolutamente anonime come queste che la vita, con la sua forza travolgente, ti lascia senza fiato. E ti obbliga a riflettere.

Mi sono chiesta spesso in cosa consistesse il segreto della felicità. Se ci fossero criteri assoluti per sentirsi appagati, arrivati e sereni. Ma ogni volta una risposta non é arrivata. Forse perché era lì, tangibile sotto i miei occhi.
E' nella gioia immensa di arrivare a casa dopo tre mesi di vita fuori, é negli occhi dei tuoi genitori che ti guardano come se fossi la cosa più preziosa mai creata, é in uno spensierato pomeriggio con le amiche, in una passeggiata solitaria in montagna, in una serata con gli amici in cui le risate non sembrano mai abbastanza e le ore sempre troppo fugaci. E' nella mia scelta di prendere la strada della medicina. Strada sempre più ardua eppur troppo bella per poterci stare lontana. E' nella grinta che si impiega per raggiungere un obiettivo. E' nel sapore della lotta di ogni battaglia che hai a cuore. E' nel sentire il sudore che scende un giorno d'estate mentre i libri sono roventi, eppure sai che quella é la cosa che più hai a cuore. E' nel calore dei sogni che ti strappano dalla realtà e ti proiettano in una dimensione futura, in cui non esiste più sacrificio, ostacolo e paura. E' nell'amaro della malinconia che ti getta nello sconforto, eppure ti obbliga a pensare al riscatto. E' nella routine, apparentemente monotna, eppure così straordinariamente capace di tenerti legata alla realtà. E' nel vedere Berlusconi non saper perdere, appigliarsi disperatamente ad una folle idea di un governo bipartisan. E' nel capire che con quest'uomo, per fortuna, abbiamo chiuso. E' nella fiducia verso chi promette, per quanto possibile un mondo migliore. E' nel sapere che le persone che tengono a me potrebbe fare qualcos'altro in questo momento, eppure sprecando tempo prezioso leggendo il post. Perché ci sono. E ci saranno sempre. Ma non voglio abusare della loro pazienza e preferisco stopparmi qui...prima di capire che la felicità é anche nel ricevere la pantofola di mia mamma in faccia, se non mi degno di abbassare la musica!

P.S.:Volevo evitare un post politico, eppure é più forte di me...il riferimento al mio grande amico Berlusca non potevo proprio risparmiarmelo!Ormai io e lui viviamo in un rapporto simbiotico...sono già disperata all'idea di non trovarmelo più davanti per 24 ore al giorno. A parte gli scherzi...què viva la vida! E che questa sinistra possa finalmente dimostrare quanto gli ideali che la animano non sono solo uno stendardo ma una linea guida delle loro scelte politiche. E che Mastella non inizi a rompere dal primo giorno di governo facendo il chirichetto di papa Ratzinger (si scrive così?io lo chiamo sempre RATTINGER perciò sono un tantino disabituata!!!).
Basta, ora la finisco davvero. I miei neuroni potrebbero pretendere il diritto allo sciopero e, allora, sarei davvero nella merda!
Un saluto speciale alle amiche della b'iomedica, che mi mancano tanto...Hasta luego!

mercoledì, marzo 29, 2006

Resisti...mancano solo 12 giorni!

Fra 12 giorni potremo finalmente affermare di vivere in un paese libero...libero da quel pagliaccio che per 5 anni ha fatto ridere dell'Italia il mondo intero, che ha oltraggiato la storia con la sua ignoranza, che ha fatto riforme assurde, che crede di salvare l'Italia con le grandiose infrastrutture per l'Italia, che ha mandato in tilt l'economia e fatto diventare:" non arrivo a fine mese!" la frase, in assoluto, più usata negli ultimi anni!
Non voglio essere troppo di parte ma certe cose dovrebbero essere chiare a tutti...mi chiedo su che argomenti si appiglino i sostenitori di Berlusconi. C'é davvero, obiettivamente, un solo punto positivo nel suo operato?Ne dubito. E più mi sforzo di cercare almeno una riforma accettabile, più vedo solo errori su errori. E' come se, in questi cinque, anni avesse ferito ogni singolo aspetto del mio essere...me come cittadina del Mezzogiorno. Con tutti i tagli e la riforma per il federalismo che finirà di far crollare regioni che, autonomamente, senza il sostagno statale, non sono amcoar in grado di mandare avanti la baracca. Me come studentessa. Con la riforma orrenda sulla scuola e i tagli mostruosi alla ricerca. Me come figlia di genitori onesti che, essendo dipendenti statali, vedono sempre più tagli sulla busta paga e sempre più aumenti delle imposte. Me come cittadina di uno stato LAICO , dato che la Chiesa, in questo tipo di governo, ha trovato un canale privilegiato per esprimere le sue teorie retrogade e antiscientifiche che, tra l'altro, hanno la presunzione di essere a favore della vita e, in realtà, bloccano sul nascere qualsiasi speranza di vita migliore!Me come sostenitrice della libertà individuale. Con uno Stato che vede i Pacs come l'incarnazione del demonio, equipara tra di esse tutti i tipi di droga e potrebbe arrivare a mettere in discussione anche la legge sull'aborto. Me come donna. Con la memorabile sparata di Berlusca contro l'introduzione di un maggior numero di posti in Parlamento per le donne..."tanto, occupate come sono con la casa e con i mariti, non avrebbero comunque tempo per la politica!!!".
Me come persona. Profondamente offesa e indignata contro un governo che crede sia più importante bombardarci i neuroni con "il Mose di Venezia" e "i piloni della Cisa", piuttosto che salvaguardare l'unica, assoluta, fondamentale cosa per cui un governo deve operare. La dignità umana. Dignità umana che viene calpestata ogni volta che viene avvantaggiata la grande industria anziché il povero lavoratore ,condannato per altro al precariato. Ogni volta che un ricercatore deve espatriare, pena la morte del suo progetto. La sua ragione di vita,il suo sogno. Ogni volta che un cittadino deve assistere alla grande ingiustizia per la quale magari lui si trova a pagare per un reato piccolissimo (o magari per nessun reato!) e il premier dorme su sette cuscini. Tanto i suoi vanno in prescrizione!

Ecco, credo sia il caso di fermarsi. Anche perché potrei parlare per ore e non sarebbe comunque abbastanza. Perché un governo che ha ritenuto più importante sproloquiare sui bambini "bolliti" in Cina, ergersi a ossequioso "maggiordomo" dei venerati Stati Uniti, impegnarsi in prima linea in inutile guerra contro il terrorismo, non ha solamente causato cinque anni edi casino assoluto. Ha fatto molto di più. Ha offeso i sogni, le speranze, gli ideali di milioni di persone. Di quelle persone che credono sia ben più importante garantire la libertà individuale piuttosto che dare finanziamenti per i digitali terrestri. Di quelle persone che, nonostante il buio di questi anni, non hanno spento le loro coscienze. E, perciò, dovranno resistere solo altri 12 giorni.

giovedì, marzo 23, 2006

...il nulla nel mio blog!

Se l'essere é, il non essere non é e non é possibile che sia, alloda deduco che il nulla non esiste, il non essere é solo una fantasia e lo stesso si può dire del niente. E ALLORA COS'E' QUESTO MORTORIO CHE C'E' DA UN PO' DI TEMPO NEL MIO BLOG? Certo, la risposta é immediata...se non scrivo nulla di nuovo la gente non potrà lasciare nessun commento. Ovvio. Allora forse scriverò qualcosa, anche di cretino, così forse proverò l'ebbrezza di trovare qualche commento...tipo, che ne pensate del mio nuovo acquisto (i tappi x le orecchie, ideali per la biblioteca?), oppure che cos'é cambiato nella vostra vita dopo aver saputo che FINALMENTE (e, nel finalmente va uno speciale ringraziamento a Lu e al suo papà!) non ho più i fantastici punti blu sul labbro?Ok, la finisco di fare l'egocentrica...il mondo non gira intorno a me e alle mie sventure. E' solo che negli ultimi giorni é ripresa la solita routine di Careggi...corsi, lezioni, pm in bibl, serate in cui alle 22 sei già tra le braccia di Morfeo ("dio del sonno", se mio padre l'avesse dimenticato e si sia già fatto idee strane!!!)...é ke in periodi come questi ti sembra quasi di non aver da raccontare nulla proprio perché il tuo SNC é stordito e allucinato dalle miliardi di informazioni al quale viene sottoposto. Ma, del resto, é proprio in mesi come questo ke ti senti VIVA e ti accorgi quanto gratificante possa essere il peso della stanchezza se arriva dopo un pm di intenso lavoro, quanto ti possa rendere libera lottare per un esame che ti sembra un ostacolo insormontabile e quanto possa esserti d'aiuto quell'ambizione che ti chiede incessantemente di più. Certo, siamo solo alle prime settimane di lezione e io già sembro di non avere una forte lucidità mentale ma, tranquilli, sono solo i postumi di due ore intense di viaggi nel Balboni. Presto mi riprenderò...e avrò qualcosa di davvero importante da scrivere dopo il 9 aprile, quando finalmente sentirò di vivere in un paese più onesto e non avrò più la percezione di essere un personaggio di quella grande e triste tragicommedia che é l'Italia attuale.

giovedì, marzo 16, 2006

Fine della latitanza!

Eccomi di ritorno, dopo la lunga assenza dell'ultimo periodo...mi ritrovo di nuovo sulla solita scheda scomoda della biomedica, con il solito panorama esaltante dei cantieri di Careggi, ed una giornata uggiosa e faticosa sulle spalle!Non so quanto é che non scrivo...penso da prima di biochimica!Quante cose sono cambiate..un esame in meno sulle spalle, un pò di maturità in più (dato che ho imparato a cogliere il senso di questa vittoria nonostante il risultato non brillante!), tre punti sul labbro superiore e un pezzo di incisivo incollato!
Questa volta l'ho davvero combinata grossa...mentre saltellavo con delle pantofole particolarmente scivolose, mi sono trovata di faccia per terra!Tutto questo il giorno prima di partire per Berlino...per fortuna, però, il viaggio é andato benissimo lo stesso, ho scoperto una città fantastica e, se non ci fosse il piccolissimo (!!!) problema che non capisco un accidenti di tedesco, mi trasferirei volentieri lì! Sono tornata subito a Firenze e l'ultimo weekend é stato davvero terapeutico!Ho passato tanto tempo con le mi amiche di giù, sono anadata al concerto dei Modena ed é arrivata mia sorella...ora mi sento davvero rinata, piena di grinta ed energia per affrontare i prossimi esami, le imminenti difficoltà, la vita.E sentire un'amica, a cui tengo davvero tanto, dirmi che non mi vedeva così allegra da tempo, mi fa capire che davvero sono lontana anni luce dallo stress dell'ultimo periodo...

martedì, febbraio 14, 2006

Che la paura si trasformi in rabbia

E' questa la frase che mi aspetta ogni mattina all'uscita del portone. Frase scritta in una maniera forte e decisa, da una mano un pò teppistella (con tanti posti, su cui scrivere proprio la facciata di una casa?), mi attende come un monito, un imperativo categorico, nei primi istante di un giorno che nasce. E, con la forza di un cazzotto in pieno viso, mi dà la spinta giusta per iniziare un nuovo giorno. Un giorno vero. In cui i timori, le incertezza, le ansie quotidiane non portano a nulla se rimangono fini a se stesse. Un giorno in cui, anche un ostacolo apparentemente insormontabile deve essere, invece, un gradino verso la libertà.

Giro questa frase ad una persona che di solito non legge il mio blog, ma spero almeno ora lo farà. Ad una persona che, sebbene più piccola di me di ben due anni(accidenti, due anni son tanti...in due anni crescono milioni di brufoli, aumentano etti di cellulite, si cade e ci si rialza un'infinità di volte!), ha saputo insegnarmi la ricerca della libertà, il piacere delle piccole cose, la forza della debolezza. E, conoscendola, so anche che detesta questo genere di cose. Perciò, non sto qui a sbandierare il motivo per cui le scrivo, tanto io e lei ci siamo già capite. Del resto, lei é in grado di decifrare il mio pensiero anche se taccio, sa intuire le ragioni di un sorriso a metà, di uno sguardo spento.Sa quando suonarmi al piano la mia preferita "Se ti tagliassero a pezzetti", quando lasciarmi cantare con la mia voce stonata solo per darmi la possibilità di mettermi da sola in ridicolo. Quando riportarmi alla relatà, quando la mia mente divaga fra fissazioni e fobie inutili.

Ieri, al telefono, volevo essere più esplicita e chiara. Quello che intendevo dire é di non prendere quello che é successo come un ulteriore motivo di sconforto, un'altra prova del fatto che tu sia incompresa, che tu e il tuo mondo viaggiate su universi paralleli. Sai, esiste la sfortuna. Quella che ti piazza sulla tua strada gli amici sbagliati, professori inadeguati e tante fregature. Ma, d'altra parte, esiste la libertà. Quella che si aprirà davanti a te a settembre. Con una vita nuova, una facoltà da scoprire e da vivere con il massimo delle energie, tante esperienze che ti cambieranno. (l'unica costante sarà la mia presenza...é una consolazione?)
Sono certa che tutto ciò ti permette di guardare avanti, di essere lungimirante, di non cogliere le delusioni del mntre. Ma la vita, purtroppo o per fortuna, é ora. E' in queste parole confuse e nel tuo sguardo stupito quando le lascierai. Perciò tutto quello che penserai ora, tutte la delusione che provi in questi giorni, saranno la linfa che ti permetterà di essere la Licia di domani. Ma solo a patto che :la paura si trasformi in rabbia!
Solo se sarai disposta a convertire i tuoi timori in forza, le tue incertezze in certezze, l'ansia in coraggio, potrai affrontare senza pericolo il mondo di domani. E soprattutto se sarai disposta a non fare mai il maledetto, maledettissimo errore di riporre la tua autostima nelle mani di chi di te non sa nulla, allora non avrai più nulla da temere. Perché anche nei momenti più bui, anche quando ti sembrerà che il cielo si sgretoli e ti cada addosso come aghi pungenti, avrai una tua peronale riserva di fiducia, autostima, forza di volontà a cui attingere. E una buona, nutrita dose di rabbia...quella che ti fa indignare quando vedi un bambino soffrire, un anziano essere maltrattato,un sopruso diventare la prassi. Quella rabbia che si trasforma in grinta, in libertà, in possibilità di agire anche in tempi avversi.
Se ti dico questo é solo perchè so quanto sei speciale, quanto la tua intelligenza sia acuta, il tuo cuore capace di amare e di soffrire, la tua sensibilità strabiliante. Vorrei poter, almeno in parte, restituirti la forza, l'affetto, il buonumore che in questi anni mi hai dato e che ancora mi dai. Anche quando urli perché stecco o perché sono presuntuosa e prepotente!
Ti lascio con le parole di un inno che in questio giorni riecheggia particolarmente nelle mie orecchie e in quelle di tutti i condomini(dato il volume della radio!!!)...baldi e fieri venite o compagni, l'inno sacro al trionfo s'intoni, salga l'urlo dei nostri polmoni:Hip hurrà,hip hurrà,hip hurrà!!!!+ Livorno,meno Berlusca!!!

martedì, febbraio 07, 2006

E se questa non é sfiga...é una condanna!

Negli ultimi giorni mi ero un pò disabituata all'essere vittima dei miei stessi abituali disastri. Chiusa fra le mura di casa, con i tremila mobili che vi albergano, tutto quello che potevo combinare era scambiare un amminoacido per un altro o rovesciare il caffé per tutta la cucina...ù

Oggi Fernanda torna in libertà. Ma tengo a precisare che oggi sono stata vittima della malasorte, più che artefice dei miei soliti casini!

Arrivo alla Misericordia e, visto che non nascondono di approfittare del mio entusiasmo e della buona volontà, mi spediscono in missione! Primo servizio in una casa di riposo...aspetto l'infermiera che sistemava la vecchina e ,intanto, tutte le altre,con aria di sdegno, mi guardavano perché non mi univo a dire il rosario...non é colpa mia se non ho mai capito la successione di tutte quelle frasi!Ritorno in sede e vengo subito rispedita a Careggi. Lì c'era una anziano davvero molto simpatico e gentile. Arrivati a casa sua, la prima cosa che mi ha colpito é stata una gigantografia di Mussolini che troneggiava nell'ingresso...mi sono assentata un attimo, stordita dal brutto colpo, quando il cane del signore, non riconoscendomi mi é saltato addosso, cercando di addentare i pantaloni!E' stato quasi peggio del tete-à-tete con il duce.Ma la sfiga non finisce qui...nel bel mezzo di via Mariti, l'autista si ferma e ci annuncia lietamente un guasto alla ventola, perciò bella mezz'ora di siesta fra il traffico.Come se non bastasse, mi sono sentita dire dal resto della squadra che sono io a portare sfiga, un pò il gatto nero della situazione!
Credevo fossimo giunti alla fine della saga quando, mentre ero a prenotare i biglietti per scendere a casa, si blocca la stampante della tipa e così niente biglietto.Sono spossata...e indecisa se farmi bendire o andarci direttamente io a Lourdes. Ma poi mi fermo a pensare e ci rido su. Io sono questo casino. Io sono il disordine che non ha mai fine, eppure dietro di sè porta una logica. I casini sono le mie costanti, le disavventure quotidiane, la caffettiera perennemente rovesciata sulla cucina le mie certezze. Gli imprevisti il sale della mia vita.

venerdì, gennaio 27, 2006

Semplicemente un uomo

Non c'é storia che si ripeta, attimi di vita che non giochino, maledettamente e ostinatamente, a fare capolino dietro i solidi pilastri del presente...é un eterno déjà vu che torna a ripetersi, é un'antica nenia che, mai come ora, risulta più attuale. E' la storia di un uomo, semplicemente di un uomo. Uno come tanti. Con il sorriso amaro di chi non accetta i compromessi dell'oggi, con la superba pretesa di controllare il tempo che fugge e la barba sempre troppo lunga.
Un uomo con le sue passioni, i suoi punti fermi, le sue contraddizioni, il suo essere fedele anche a quelle, la sua coerenza che sfocia spesso nella testardaggine. Ha in sè l'anima della lotta, la grinta del guerriero e la smisurata paura che fa di ogni uomo un vincente. Di ogni adulto, un bambino ancora per un pò. Porta nel cuore il calore degli ideali, la luce fredda e calcolatrice della ragione e quella irrazionalità tipica della libertà delle passioni, di quelle illusioni che, pur essendo spesso aria fritta, saranno pur sempre certezze. E' l'illusione che ogni alba possa trascinarsi con sè un giorno nuovo, che dell'incoerenza, dei calcoli gretti e meschini e della logica dell'utilitarismo abbia solo un vago ricordo.E' l'illusione che la libertà, il diritto alla felicità possano essere prerogativa di tutti. E che la giustizia possa essere ancora figlia del nostro tempo.

Ma purtroppo un uomo, uno come tanti, assieme ai duri colpi di ogni giorno, deve ingurgitare anche l'impossibilità che tutto ciò possa accadere.
E arriva un colpo sordo, duro e lancinante, a colpirlo nei meandri più reconditi dell'anima. Soprattutto se si è bersaglio, in prima linea, della vacuità della giustizia attuale, delle sentenze barzelletta e dei cavilli giuridici infondati, che non fanno altro che denigrare Signora Lealtà.
Un uomo. Un amministratore come tanti. Unico errore commesso:non essersi costituito parte civile in un processo che vedeva il suo Comune, sua principale ragione di vita, la "parte lesa".
Milioni di carte, fiumi di parole fino ad accorgersi che l'errore non sussisteva, che non vi era reato, uomo colpevole o danno esistente. Ma purtroppo i termini per la revocazione della pena pecuniaria erano scaduti.Ormai quel che é fatto, é fatto. Lasciamo tutto così, tanto chi se ne frega se un uomo paga, ingiustamente e di tasca propria, le conseguenze di un errore burocratico? Chi se ne frega se una sentenza assurda e approssimata ha reso un uomo, semplicemente un uomo, una vittima delle contraddizioni meschine del presente?
Ma non c'é storia che non ritorni, vita che non torni ad essere vissuta...
Quanto ancora delle figlie umiliate e accecate dall'ira dovranno ancora raccontare, ostinatamente, le peregrinazione dei propri padri attraverso tribunali, avvocati e la speranza, mai tangibile, di una parvenza di legalità?

E' questa la voce di una ventenne sconcertata dall'andazzo del mondo, dai destini avversi a cui vanno incontro dei valori sacri, intangibili, inalienabili. Si consuma e si distrugge tutto alla velocità con la quale viene addentato un Big Mac. Poco importa se si tratta di hamburger o di ideali. Ci si trascina nel maledetto sforzo di riempire le giornate di inutilità, dimenticando di tenere sempre a mente solo e soltanto le strada maestra...
Ma se questa e altre mille e mille voci, chi più chi meno vittime di ingiustizia, continueranno a urlare che pace, libertà, giustizia, DEVONO sopravvivere, allora non tutto é perduto.
Allora si potrà ancora sperare che quell'uomo, così come lo sguardo triste di un rgazzo solitario o il sorriso pacato di un anziano, possano avere la loro dignità. Semplicemente di uomo.Fernanda

Dedico questo post a chi, in maniera impeccabile, mi ha insegnato che l'unico imperativo categorico é non arrendersi mai. La speranza é sempre l'unica via di uscita.

mercoledì, gennaio 25, 2006

Pensieri confusi con sottofondo "biochimica"

Oggi é stata una giornata strana...classico giorno in cui le ansie, le puare e il terrore di deludere ti affollano la mente. Sarà colpa dell'imminente esame di biochimica che mi toglie la forza di volare lontano con la mente, sarà la paura assurda di rimanere indietro ma davvero oggi non mi sembrava di vedere via d'uscita. Sono questi i momenti in cui vorrei la mia famiglia qui con me, a ricordarmi quanto valgo, quanto un mio sorriso sia importante per illuminare le loro giornate, quanto i miei sogni siano un pò il motore dell'universo. Quanto vorrei vivere con leggerezza, abbandonarmi al piacevole fluire delle piccole emozioni, delle piccole gioie quotidiane ma un MALEDETTO orologio interno non smette di ticchettare, di ricordarmi che ogni secondo é sempre troppo poco, che se voglio riuscire nell'impresa epica di passare biochimica devo dare il massimo in questo mese. E sarà proprio per questo che non abbasserò il capo o mi arrenderò alla lotta...voglio lottare come per passare l'astruso test di medicina, lottare come per istologia,come per ogni piccola, grande battaglia che mi attende ogni giorno. Non voglio pensare neanche solo per un singolo istante che non ce la farò...lo devo a chi crede in me, a chi, da lontano, con tanto amore e fiducia, mi scalda il cuore e dona un senso alla mia esistenza. Lo devo ai miei inimitabili genitori, a mio fratello che mi ritiene già un medico, a Linda che crede in me come neanch'io faccio, a Licia che mi ha insegnato il segreto della forza, alle mie amiche qui a Firenze che darebbero tutto pur di vedermi felice, ai miei amici di giù che non smettono di tifare per me. E poi lo devo a me stessa. Alla mia forza di volontà e al mio coraggio. Che questa volta non mi abbandonerà.Fernanda