martedì, febbraio 14, 2006

Che la paura si trasformi in rabbia

E' questa la frase che mi aspetta ogni mattina all'uscita del portone. Frase scritta in una maniera forte e decisa, da una mano un pò teppistella (con tanti posti, su cui scrivere proprio la facciata di una casa?), mi attende come un monito, un imperativo categorico, nei primi istante di un giorno che nasce. E, con la forza di un cazzotto in pieno viso, mi dà la spinta giusta per iniziare un nuovo giorno. Un giorno vero. In cui i timori, le incertezza, le ansie quotidiane non portano a nulla se rimangono fini a se stesse. Un giorno in cui, anche un ostacolo apparentemente insormontabile deve essere, invece, un gradino verso la libertà.

Giro questa frase ad una persona che di solito non legge il mio blog, ma spero almeno ora lo farà. Ad una persona che, sebbene più piccola di me di ben due anni(accidenti, due anni son tanti...in due anni crescono milioni di brufoli, aumentano etti di cellulite, si cade e ci si rialza un'infinità di volte!), ha saputo insegnarmi la ricerca della libertà, il piacere delle piccole cose, la forza della debolezza. E, conoscendola, so anche che detesta questo genere di cose. Perciò, non sto qui a sbandierare il motivo per cui le scrivo, tanto io e lei ci siamo già capite. Del resto, lei é in grado di decifrare il mio pensiero anche se taccio, sa intuire le ragioni di un sorriso a metà, di uno sguardo spento.Sa quando suonarmi al piano la mia preferita "Se ti tagliassero a pezzetti", quando lasciarmi cantare con la mia voce stonata solo per darmi la possibilità di mettermi da sola in ridicolo. Quando riportarmi alla relatà, quando la mia mente divaga fra fissazioni e fobie inutili.

Ieri, al telefono, volevo essere più esplicita e chiara. Quello che intendevo dire é di non prendere quello che é successo come un ulteriore motivo di sconforto, un'altra prova del fatto che tu sia incompresa, che tu e il tuo mondo viaggiate su universi paralleli. Sai, esiste la sfortuna. Quella che ti piazza sulla tua strada gli amici sbagliati, professori inadeguati e tante fregature. Ma, d'altra parte, esiste la libertà. Quella che si aprirà davanti a te a settembre. Con una vita nuova, una facoltà da scoprire e da vivere con il massimo delle energie, tante esperienze che ti cambieranno. (l'unica costante sarà la mia presenza...é una consolazione?)
Sono certa che tutto ciò ti permette di guardare avanti, di essere lungimirante, di non cogliere le delusioni del mntre. Ma la vita, purtroppo o per fortuna, é ora. E' in queste parole confuse e nel tuo sguardo stupito quando le lascierai. Perciò tutto quello che penserai ora, tutte la delusione che provi in questi giorni, saranno la linfa che ti permetterà di essere la Licia di domani. Ma solo a patto che :la paura si trasformi in rabbia!
Solo se sarai disposta a convertire i tuoi timori in forza, le tue incertezze in certezze, l'ansia in coraggio, potrai affrontare senza pericolo il mondo di domani. E soprattutto se sarai disposta a non fare mai il maledetto, maledettissimo errore di riporre la tua autostima nelle mani di chi di te non sa nulla, allora non avrai più nulla da temere. Perché anche nei momenti più bui, anche quando ti sembrerà che il cielo si sgretoli e ti cada addosso come aghi pungenti, avrai una tua peronale riserva di fiducia, autostima, forza di volontà a cui attingere. E una buona, nutrita dose di rabbia...quella che ti fa indignare quando vedi un bambino soffrire, un anziano essere maltrattato,un sopruso diventare la prassi. Quella rabbia che si trasforma in grinta, in libertà, in possibilità di agire anche in tempi avversi.
Se ti dico questo é solo perchè so quanto sei speciale, quanto la tua intelligenza sia acuta, il tuo cuore capace di amare e di soffrire, la tua sensibilità strabiliante. Vorrei poter, almeno in parte, restituirti la forza, l'affetto, il buonumore che in questi anni mi hai dato e che ancora mi dai. Anche quando urli perché stecco o perché sono presuntuosa e prepotente!
Ti lascio con le parole di un inno che in questio giorni riecheggia particolarmente nelle mie orecchie e in quelle di tutti i condomini(dato il volume della radio!!!)...baldi e fieri venite o compagni, l'inno sacro al trionfo s'intoni, salga l'urlo dei nostri polmoni:Hip hurrà,hip hurrà,hip hurrà!!!!+ Livorno,meno Berlusca!!!

martedì, febbraio 07, 2006

E se questa non é sfiga...é una condanna!

Negli ultimi giorni mi ero un pò disabituata all'essere vittima dei miei stessi abituali disastri. Chiusa fra le mura di casa, con i tremila mobili che vi albergano, tutto quello che potevo combinare era scambiare un amminoacido per un altro o rovesciare il caffé per tutta la cucina...ù

Oggi Fernanda torna in libertà. Ma tengo a precisare che oggi sono stata vittima della malasorte, più che artefice dei miei soliti casini!

Arrivo alla Misericordia e, visto che non nascondono di approfittare del mio entusiasmo e della buona volontà, mi spediscono in missione! Primo servizio in una casa di riposo...aspetto l'infermiera che sistemava la vecchina e ,intanto, tutte le altre,con aria di sdegno, mi guardavano perché non mi univo a dire il rosario...non é colpa mia se non ho mai capito la successione di tutte quelle frasi!Ritorno in sede e vengo subito rispedita a Careggi. Lì c'era una anziano davvero molto simpatico e gentile. Arrivati a casa sua, la prima cosa che mi ha colpito é stata una gigantografia di Mussolini che troneggiava nell'ingresso...mi sono assentata un attimo, stordita dal brutto colpo, quando il cane del signore, non riconoscendomi mi é saltato addosso, cercando di addentare i pantaloni!E' stato quasi peggio del tete-à-tete con il duce.Ma la sfiga non finisce qui...nel bel mezzo di via Mariti, l'autista si ferma e ci annuncia lietamente un guasto alla ventola, perciò bella mezz'ora di siesta fra il traffico.Come se non bastasse, mi sono sentita dire dal resto della squadra che sono io a portare sfiga, un pò il gatto nero della situazione!
Credevo fossimo giunti alla fine della saga quando, mentre ero a prenotare i biglietti per scendere a casa, si blocca la stampante della tipa e così niente biglietto.Sono spossata...e indecisa se farmi bendire o andarci direttamente io a Lourdes. Ma poi mi fermo a pensare e ci rido su. Io sono questo casino. Io sono il disordine che non ha mai fine, eppure dietro di sè porta una logica. I casini sono le mie costanti, le disavventure quotidiane, la caffettiera perennemente rovesciata sulla cucina le mie certezze. Gli imprevisti il sale della mia vita.