lunedì, novembre 10, 2008

Resoconto...oops, parecchio lungo!

Questo é un post che sta cercando di venire fuori da tanto.Sono settimane che prova a venir fuori, con passi timidi e incerti. Ma poi, il poco tempo a disposizione, le pagine da studiare, la mancanza di quell'ispirazione luminosa che deve guidare il mio scrivere, fanno morire le intenzioni sul nascere. Oggi, però, leggendo il profetico blog di Laura -che guardandosi dentro, alla sua maniera appassionata e inconfondibile,ti esorta, implicitamente, a fare lo stesso- é come se avessi preso per i capelli il groviglio di pensieri ed emozioni che mi si agitano dentro da un mese a questa parte. Ed é arrivato il momento che vedano la luce. Se non altro, perché , se qualcosa di buono questo blog ha avuto, é che mi ha permesso sempre di fare un resoconto. Di tentare l'utopistica impresa di mettere ordine in quella che Lucilla ha definito "tutto e il contrario di tutto".

Sono mesi in cui mi sento in cammino. E, come ogni cammino che si rispetti, faccio grandi balzi in avanti, un attimo dopo mi fermo esausta, per poi riprendere a saltellare. Nulla di nuovo in tutto ciò. Chi mi conosce sa quanto sono capace di essere energica ed entusiasta ed, un attimo dopo, sfiduciata e ombrosa. Ma, all'alba dei miei 23 anni, posso dire di essere giunta ad una svolta.
E, tranquilli, non arriverà una sviolinata o una dichiarazione in stile "bacio perugina". Ma non posso nascondere -e il mio sorriso spesso ebete non riuscirebbe a farlo- quanta luce sia entrata nella mia vita.
Così, in maniera così inaspettata e assolutamente non calcolata, che ancora oggi fatico a ripercorrerne le orme.
E mi ha fatto vacillare, riflettere ossessivamente sull'eventualità di questo viaggio, perdermi nei meandri della ragione, per poi provare, una volta, una sola volta, a seguire solo quello che voleva il mio cuore.
Ma, impossibile é per chi ha fatto della lucida razionalità la sua guida, affidarsi totalmente all'istinto.Ho provato, però, a lasciarmi trasportare da quello che voleva la vera me stessa, quella nascosta, sotto le macerie di libri, libretti e appelli. Quella che è abituata a dire no ad un aperitivo con le amiche, se una settimana dopo c'é un esame. Quella che ormai non si chiede neanche più perché debba dormire 4 ore a notte i giorni prima. Quella che, purtroppo, arrivare a fare queste cose in automatico, dimenticandosi che tutto fuori brulica di vita.Ecco. Non ho potuto resistere, difendermi, costruire nuove barriere perché tutto in questo nuovo rapporto mi porta alla vita. Ad una vita luminosa, accecante, ogni giorno entusiasmante se ho avuto il raro privilegio di incontrare una persona che vive appassionatamente.E riesce a farsi brillare gli occhi se un bambino gli sorride, se ascolta paroloni incomprensibili all'odioso Tgeconomia e capisce di cosa si sta parlando, se é attento e curioso anche quando gli parlo di pus e di steatorrea. E mi sono ritrovata ad essere esploratrice di me stessa, di quelle stanze tenute troppo a lungo al buio,di quei lati di me che, non so per quale assurda convinzione, ritenevo non dovessero necessariamente venire fuori.
E mi guardo dall'esterno, con un sorriso sereno:quando penso che in fondo le prese in giro sull'iperglicemia dei miei discorsi, da parte di Maria e Lucia me le merito tutte, se penso a quando mi perdo in pensieri lontani e vicinissimi,a quanto belli, forti, luminosi siamo quando ,insieme, con un misto si esaltazione ed ambizione, immaginiamo di poter raggiungere ogni obiettivo prefisso.
E questo senso di completezza non mi appiattisce. Anzi, mi porta ad essere ogni giorno più diligente di quello prima, a svegliarmi con il sorriso per tutto quello che avrò da scoprire, imparare, conoscere. Una sorta di entusiasmo persistente che sta, serenamente e spontaneamente, pervadendo i miei studi-che tra l'altro amo ogni giorno più senza limiti-, il rapporto con i miei genitori, con le mie amiche. Ogni giorno più speciale, più forte, più nostro. E dalle quali ormai non posso proprio più staccarmi.

Forse é un retaggio dei film estivi deprimenti. Quelli in cui, quando il protagonista si sente smisuratamente felice, ecco che una disgrazia era già alle porte. O dello stile di vita moderno. Così veloce, così stressante, così adrenalinico da abbattere ogni picco di serotonina.
O, soprattutto, dell'incapacità di saper riconoscere la felicità.
E, così, mi sono trovata sempre ad interrogarmi sulla semeiotica di questa strana "malattia". Ora la vedo, la percepisco, la sento in ogni fibra di me. E, mai come ora, ho la sensazione che questo miscuglio di pace, inquietudine, entusiasmo, impegno, curiosità sia qualcosa di molto molto simile. E molto persistente. Molto lontano da quell'euforia effimera e passeggera che mi faceva, in passato, saltellare sporadicamente e, ahimé, mi é costata un incisivo.

mercoledì, novembre 05, 2008

Il potere dei sogni 2

Ripenso con tenerezza agli occhi commossi di mia mamma a pranzo.
E non é perché mia mamma si commuove sempre. No, non é per quello.
E' per quel guizzo luminoso che le si accende negli occhi quando parla di storia e per le sue parole emozionate -finalmente la latente guerra civile americana si sta concludendo-
E, mentre continuava, ricordando le dolorose tappe dell'integrazione delle minoranze degli States, ormai non la seguivo già più.
Perché la mia mente era già altrove.
Era già ad un lontano domani-quando ripenserò a questa giornata con i brividi, ricordando quanto percepibile era la sensazione che un pezzo di storia si stava scrivendo-.
Ed era già immersa nella luce accecante del potere dei sogni.
Quel potere che, in giorni come questi, lo percepisci, lo senti reale, arrivi quasi a toccarlo. E, per una volta, per un attimo, non ti senti ancora maledettamente infantile a credere nella capacità di volare, in un mondo che inneggia alla furbizia e al pragmatismo.
Ed é per questo che Obama ha riscosso infinito successo nei giovani, un pò in ogni dove. Chi non ha visto in lui l'ascesa di un politico onesto, animato da ideali e progetti ammirevoli? Chi non ha visto nella sua vittoria la materializzazione del sogno americano? Chi avrebbe giurato che un senatore così giovane e così slegato dalle colonne portanti del potere americano potesse arrivare così in alto e in così breve tempo?
Sembrava una follia. Proprio come folle sembra sognare. Proprio come sembra folle vedere alla Casa Bianca un presidente dei bianchi, dei neri, delle minoranze, della middle class. Un presidente che sia del popolo e che sia l'espressione di un'esigenza di cambiamento. Di un cambiamento di rotta drastico, deciso, motivato da scelte che non hanno messo in crisi solo l'economia ma, forse, soprattutto convizioni puramente conservatrici. E folle sembra soprattutto a molti italiani. Quelli ai quali i sogni appaiono capricci da femminucce. Quelli che credono che, dopo questa vittoria, Al Quaeda sarà ben più contenta e a quelli che stanno martoriando questo nostro sventurato paese.
Ma non é di questo che voglio parlare. Oggi non c'é spazio per la tristezza. Oggi che "l'audacia della speranza" ha vinto, oggi mi sento vincitrice. E continuerò a combattere,nelle mie piccole, microscopiche battaglie quotidiane. Perché si. Yes we can.