lunedì, giugno 30, 2008

Deliri di un pazzo

E pensare che, con gli ultimi post, avevo raggiunto io l'apice del delirio.
Invece, a quanto pare, difronte casa mia c'é un tizio che ce la sta mettendo tutta per superarmi.
Premetto che, con il caldo che fa, le finestre delle case sono perennemente aperte. Così, sebbene si interponga la strada fra i palazzi, arrivano a me voci, risate, discussioni accese. E così mi infiltro nella vita di quei tizi sudamericani che ascoltano tutto il giorno bachata, salsa e cantano a squarciagola i vecchi successi di Ricky Martin.Poi non mi sono persa una puntata della saga "mamma napoletana che telefona il figlio dalle 15 alle 20 volte al giorno". E se il poverino lamenta di non avere una vita propria, giustamente gli viene detto che é un ingrato. Per non parlare di quei ragazzi che seguivano accanitamente le partite della Turchia. E che hanno urlato, come se li avessero estratto un dente senza anestesia, quando é stata battuta dalla Germania.
Ma da un pò di giorni sto cercando di entrare nella mente del mio strano vicino. Quello che ogni sera, mentre mi dispero con essudati e infiltrazioni granulocitarie, telefona ad una ipotetica fidanzata, rivolgendosi in maniera scurrile ed astiosa. Ieri sera ho realizzato che, probabilmente, il soggetto é solo in preda ai suoi deliri. Considerato che parla rivolgendosi ad un certo "Riccardo"poi, dopo pochi secondi, parla con "Veronica" e, soprattutto, per tre-quattro ore ininterrotte non lascia mai intervenire l'ipotetico interlocutore. E alterna accuse a momenti di vittimismo,a frasi senza senso e deliri di onnipotenza. La mia sopportazione ha però un limite. Ero decisa a fare qualcosa per invitarlo almeno a chiudere la finestra quando ha urlato che in fondo lui si sente "come un arbre magique, in mezzo ad un cumulo di m...". E allora ho iniziato a riflettere. Che si tratti di follia o di normalità, é comune il disagio. L'avvertire che quanto di puro ci sia in noi, non trova una corrispondenza nella realtà ,spesso marcia e meschina. Dunque, la follia é solo un'acutizzazione di tale disagio o é la normalità un voler ostinarsi a non avvertire tutte queste incongruenze? Piuttosto, credo che la percezione di un mondo tanto sbagliato sia proprio la linfa che ci spinge a volere impegnarsi attivamente per cambiare lo status quo. Ma, forse, non é sempre così semplice. Non é facile trovare la forza, il coraggio, la pazienza per aspettare che qualcosa cambi. Ma, comunque, resto pur sempre una fervida fautrice della massa di plastilina. Si, si, della percezione della mia vita come una grossa massa di plastilina, quella con la quale da piccola creavo orrende sculture, credendo fossero dei capolavori. Sono io che devo darle la forma che desidero. Sono io che devo preservarla dagli insulti esterni. E ci saranno certo gli ostacoli, le deviazioni che non ho previsto. Ma se mantengo la forza, il coraggio, la pazienza, beh, forse mi sentirò un pò meno arbre magique in mezzo al letame. E alla fine ho concluso con il delirare io.

sabato, giugno 28, 2008

Aaaarghhhhh

Questo blog é politicamente corretto. Perciò eviterò di sottolineare che, circa l'esame imminente, sguazzo nella pupù.
O, meglio, alterno fasi di euforia esagerata in cui accarezzo l'Harrison e mi dico che presto vedrà ben altre stagioni. E altre in cui mi chiedo cosa cavolo mi chiederanno all'esame. Poi mi aggrappo alla speranza di fare l'esame dopo una settimana, poi inizio a divagare e a pensare che, in fondo, a me sta materia piace proprio un sacco. Insomma, svegliarmi e trovarmi immersa tra i misteri dell'immunologia e le mille e una notte delle anemie, non mi dispiace affatto. E se solo penso che, fino a sei mesi, la compliance dinamica mi toglieva il sonno, beh, mi sento passata quasi ad un'altra era.
E poi, diciamolo, come la totalità delle persone che leggono il mio blog, ho voglia di vacanze. La notte, mentre studio, sento le risate felici di chi passa le serate a godersi la brezza serale, ricordo anni lontani in cui ero perennemente in giro a trascorrere i miei anni più belli. E penso che, comunque, vadano le cose,tra un mese ci sarà il sole, il mare,un pò di tempo con i miei e il mio fratellone e una terra da scoprire on the road. E questo mi dà la forza per un grande rush finale. E poi c'é la passione e l'entusiasmo. Non so, quando senti che, in fondo, nonostante i dubbi sulla preparazione dell'esame, nonostante le scadenze da rispettare e le ore di sonno che vorresti recuperare, la passione per quello che stai facendo é più forte di tutto, beh, allora tutto passa in secondo piano. Purché non mi togliate il mio caffééééé!

lunedì, giugno 23, 2008

Aggiornamenti sempre più deliranti...

Cari amici,
quest'angolo é diventato il mio sfogo, il mio sclero, la mia panchina assolata sulla quale stendermi e godermi la bellezza di una giornata estiva. Ecco, perché corro qui. Fra una preoccupazione e l'altra se le pagine da studiare aumentano...e la voglia di farcela, di essere in gamba, magari più preparata dell'esame precedente (anche se ne dubito visto che l'avevo studiato molto di più).
Cmq, devo dimostrare a me stessa e agli altri che i consigli delle persone che amo non mi scivolano addosso. E che tutti i "Fendi, vivi la vita con spensieratezza" di mia mamma, i "ma sì, Fe, ce la faremo!" pieni di fiducia di Maria, i consigli saggi e illuminanti di Lucia, i "non trasformare la tua passione in ossessione" di Licia, hanno messo profonde radici in me.
Tornando alle mie solite cretinate, di cui il blog é un pò a secco in questi giorni, non posso non segnalare una serie di novità:
-Paciulino é stato rapito. Da una certa "banda del pupazo". A Licia é stato chiesto un riscatto milionario ma, considerato, che spende tutti i suoi averi in panini notturni, libri, canotte e gonne con gli inconfondibili teschi...credo che avremo poche possibilità di rivedere il mitico Paciulino. E Tatù dovrà abituarsi ad una dura, estenuante solitudine.
-l'Italia ha perso. Non posso esprimersi in merito, vista la mia consapevole e voluta ignoranza in materia calcistica (ho appreso solo ieri il significato di "assist" e ho scoperto che l'arbitro ha tante ragioni per ammonire!). Però, come sempre, avevo visto nella partita un senso nascosto. Questa é una vittoria della Spagna in senso metaforico.
Loro hanno Zapatero e noi un nano-premier che va in giro con i capelli rossi perché la parrucchiera avrà sbagliato la tinta. Loro dal "miracolo spagnolo" in poi non si sono più fermati.E noi regrediamo con contratti a progetto, con il precariato e la politica delle "mazzette",che da noi rimane sempre un must. Molti spagnoli usano la loro vitalità per essere lungimiranti, molti italiani al massimo per diventare "i furbetti del quartierino". E mentre, a suon di sangria, gli spagnoli diventano sempre più bravi, noi, fra prosecchi e lambruschi, sforniamo pericolosi cloni xenofobi, sulla base dei progenitori Bossi-Calderoli.
-sto diventando lungimirante anch'io. E, poiché prima o poi, anche per me arriverà il giorno in cui qualcuno leggerà il Giuramento di Ippocrate e tutti intorno piangeranno (leggi giorno della laurea!), dovrò decidere cosa fare del mio futuro. Sarò un'internista, un'oncologa o un'ematologa? Risparmiatevi i commenti, del tipo "farai la pagliaccia" e, semmai, suggerite a Toni di darsi all'ippica. E iniziate a temere. La Nanny e il suo fonendo rosa presto saranno in corsia!!!(...quanto presto non si sa!...).
-tra un pò il nostro Peppe ritornerà in patria!
-ormai la triade Lucia-Maria-Claudia,é inclusa nei "fattori di smisurato buonumore" insieme ai carboidrati, alle inquadrature di Donadoni e ai comizi dei leghisti.
E' il caso che vada a studiare...la sfida finale si avvicina.

venerdì, giugno 20, 2008

Il giorno della felicità

Oggi secondo qualche scienzato americano dovrebbe essere "il giorno della felicità". Alle porte del solstizio d'estate, aumenta la quantità di luce, si inizia a pensare alle vacanze e si trascorre più tempo all'aria aperta...
So bene che se il blog del sig. Veronelli sembra quello di Bruno Pizzul, il mio sembra quello di Marzullo. In questa settimana, ho aggiornato i miei pochi lettori dei miei cambiamenti di umore. Sono passata dall'ansia, alla tristezza, alla paura, alla serenità. Oggi, però, non potevo non descrivere quello che mi contraddistingue, quella sensazione che adoro da quand'ero piccina. E che mi piace chiamare la "mia felicità". O che, le mie amiche chiamerebbero, la "sindrome di Supradyn". Ma ora é diverso. Non é dovuto all'effetto di vitamine, né sono approdata alle malsane abitudini di "Charlie fa surf", né é colpa di sostanze nervine (Lu, non sto bevendo troppo caffé!!!!). E tra l'altro sentire questa sensazione, oggi, a poca distanza dall'esame per me é un'enorme conquista.
So che quando avverto la "mia felicità" divento insopportabile. Rido in continuazione, saltello per la casa e, immancabilmente, mi schianto contro i mobili. E so che é anche stancante per chi mi sta vicino..parlo ancora più del solito, dico cretinate e poi passo ai miei discorsi filosofico-esistenziale, emozionandomi come all'interrogazione di filosofia. Ed é la stessa sensazione che fa emergere il lato più bambino di me. Quello che,a partire dai 14-15 anni,ad ogni compleanno portava papà a dirmi :" Fernanda, ora sei grande,un pò di serietà". E che ora, non riscontrando risultati a 23 anni, ha trasformato in: "Fernanda, fra un pò sarai un medico, un pò di serietà". Ma, nonostante tutto, pagherei per avvertire sempre nel cuore, nell'anima, nella mente, "la mia felicità".
Ci sono stati periodi lunghi nei quali mi sembrava di percepirne solo un indefinito, lontano ricordo. Altri attimi in cui, un pò disperata, credevo che crescere volesse dire irrimediabilmente, mettere da parte questa sensazione.
Ma poi si ripresenta. Inaspettata. In una mattina in cui stai ripetendo, per l'ennesima volta, "i fattori lesivi dell'endotelio", e una luce strana, abbagliante ti colpisce. E allora anche l'esame enorme, gigantesco, che stai preparando assume una connotazione diversa. E la voglia di imparare quanto ti può essere utile, di riuscire bene in questa prova diviene più forte di ogni paura. E i libroni disseminati per la casa non sono abbastanza da impedirti di essere lungimirante. E di vedere aldilà. Quando potrò godermi il sapore caldo del primo pomeriggio di libertà. Quando potrò dedicarmi allo shopping e alla scelta della crema solare, all'attesa di un'estate afosa sotto i cieli di Spagna. E almeno una settimana nella mia casetta a Scalea, questa volta senza nessun libro che contenga la parola "cellula o tessuto". E potermi dedicare a quelle piccole cose che mi fanno stare così bene. Mangiare pesce fresco con tanto vino bianco e abbioccarmi per tutto il pomeriggio,andare in spiaggia alle sei di sera, perché é l'ora in cui il mare é fantastico. E tornare a meditare sulla mia scogliera, dove hanno visto la luce le mie più celebri teorie esistenziali.(!!!)
Ora so bene che questo post mi esporrà alla denigrazione dei lettori...ma una sensazione così, così effimera eppure potente, non poteva non essere immortalata.Quasi un desiderio di volerla preservare. Dall'incertezza che é ovunque, prima di tutto nei miei pensieri e nei miei stati d'animo. Non so cosa mi aspetterà domani. Se avrò ancora la fortuna di avvertire uno stato di beatitudine, ma per ora é così... "quella strana voglia di vivere... sospesa ed insolita".

giovedì, giugno 19, 2008

A grande richiesta...


...per tutti i fan di Tatù e Paciulino...ecco i due alcolizzati (da notare il vino che non manca mai!) in versione tifosi!!!
P.S: So che sto degenerando. Nonché scrivendo una serie di cretinate assurde quotidianamente.Ma é l'unico modo per dare una botta di vita alle mie pause-studio, dato che:
-Linda non é mai a casa. Se non é a lavoro, é in giro per ospedali e medici, considerate le sue frequenti malattie (mi ucciderà per questo commento, lo so!)
-Licia a volte sparisce. Cioé esce la sera e torna la mattina, magari puzzando di zolfo perché é andata alle terme. Poi, senza aver dormito, si fionda a studiare, regge qualche ora e poi crolla inevitabilmente.
-i miei vicini di casa, spesso non ci sono. E poi anche se ci sono, é un pò deleterio uscire in giardino a chiacchierare. Si comincia a parlare delle nostre nuove coltivazioni (wow, ci siamo riuscita!), poi iniziano a raccontarmi delle loro malattie e si finisce a parlare del loro passato. E, visto che il mio lato tenero-pettegolo é risaputamente conosciuto, lì mi sciolgo davanti ai loro racconti e la pausa studio si trasforma in metà mattinata persa. Al che, presa dai sensi di colpa, mi congedo dicendo che é il caso di studiare e lì concludono sempre con la stessa frase: "Poretta, studi sempre!", con un'aria di commiserazione per la mia vita da sfigata.
E dunque non mi resta che questo blog, questa mia finestra sul web, questo legame sottile ma forte con tutti i miei lettori (circa sei o sette!!!).
Che poi ieri il mio gene greco, che mi indirizza sempre verso la tragedia, mi ha portato ad immaginare ad un ipotetico domani...quando non ci sarò più io ma rimarrà questa traccia di me. Speriamo solo che leggendo, non venga da pensare a tutti, che si tratta solo di "memorie di una pazza".
Ritorno ai macrofagi, ovvero ai miei simili.Non solo per l'appetito incontrollato, ma anche per "l'aria solenne e professionale"!!!Non vi sembra la mia descrizione, ahahaha!Baci

mercoledì, giugno 18, 2008

Riflessioni post-prandiali


Ho appena finito di chiacchierare con Lu al telefono.Le ho raccontato dei miei frequenti sbalzi d'umore. E che se avessi le vampate di calore, mi sentirei davvero in menopausa. Poi, non so come, con i soliti flussi di coscienza che ci contraddistinguono, siamo passate a parlare degli esami di maturità, della medicina olistica, e di noi future medichesse affermate e itineranti. E lo ammetto. Il lato più superficiale di me ha pensato alla me medico, sempre valigia dietro la porta, congressi ovunque e nuovi traguardi da raggiungere. Ma, scherzi a parte, ho riflettuto su quanto bella, luminosa, emozionante sia questa strada. E ovviamente mi commuovo. Perché é stata, lo é e sarà una strada in salita. Ogni volta una prova più difficile dell'altra, ogni volta dover avvertire la fatica nella mente, nei muscoli, nelle intenzioni. E poi ripenso a quando ho iniziato.

Per me la prova più dura sarebbe stata il test di ammissione e ho vissuto quel mese con il terrore. Non volevo vivere una vita da frustrata. Avrei potuto fare filosofia, biologia o veterinaria. Ma sarebbe stata una vita a metà. Ogni volta vedere un camice bianco mi avrebbe ricordato quello che non ero e che non sarei stata mai. E ho cominciato a lottare. Io che al liceo avevo sempre raggiunto il massimo, impegnandomi il minimo. Ho studiato, per la prima volta, in maniera massacrante. E da lì l'impegno si é amplificato. E mettere la mia vita in decimo piano é diventata la prassi. E rimandare le ore di sonno una malsana abitudine. Ho fatto tanti errori, tornando indietro quante cose cambierei...darei meno importanza a tanti esami che ho vissuto come prove importantissime, eviterei di piangere per un mese per un votaccio ad anatomia,passerei più tempo a credere in me. Ma sono ancora qui, con i miei sbalzi d'umore, ma con la serena, lucida consapevolezza che quello che vorrò l'otterrò. E che l'indole alla lotta e il sogno di saper usare bene il mio fonendo rosa, non mi abbandoneranno mai. Ecco perché, il giorno dell'esame di patologia la qui presente concorrente di "amici di patologia generale" indosserà questa maglietta...(metaforicamente, s'intende!Già é un esame troppo imprevedibile, figuriamo se mi presento facendo la pagliaccia!).

P.S:E scusate le manie di grandezza, ma ogni tanto una massiccia AUTOinfusione di autostima ci vuole!!!!

lunedì, giugno 16, 2008

Pericoloso esporsi

A volte sono davvero troppo impulsiva. E dovrei contare almeno fino a 100 prima di dire qualcosa, prima di espormi in maniera pericolosa. Ma non sono mai stata brava ad autocensurarmi. E non lo farò di certo oggi. Oggi che mi sono svegliata con un torcicollo che mi annienta, il mal di gola e un pò di tristezza. Perché sono stanca. Sì, ora che dovrei studiare tante tante ore al giorno, ora che dovrei dimostrare a me stessa che un esame non é più grande di me, ora che finalmente potrò risolvere un problema che mi porto dietro da più di un anno. Sono stanca dopo un anno che avrebbe dovuto essere più leggero e invece in cui ho studiato ancora di più, sono stanca dei miei sbalzi d'umore e di non riuscire ad intrappolare quell'ilarità che, a volte, mi rende tanto esplosiva. Sono stanca e vorrei essere al mare. A godermi un caldo sole estivo, un falò sulla spiaggia, una dormita lunga almeno 12 ore.
Ma ora non posso e non devo farlo. L'anno scorso, in un certo senso, un pò mi sono arresa e, da allora, ho giurato che un esame, una prova della vita, un ostacolo apparentemente insormontabile, non sarebbe mai stato più grande di me. E non lo saranno ora questi infiniti libri sulla mia scrivania, queste innumerevoli nozioni che sembrano troppe da contenere, non lo sarà la paura. Eh già, la paura. No, non mi vergogno a dire che io spesso ho paura. Ho paura di non essere all'altezza, di non ricordare tutto quello che ora mi ficco nel cervello, di dover attendere tanto prima che il mio sogno sarà realizzato. Ma la mia paura é salvifica. La mia paura, ad un certo punto, si trasforma in rabbia e mi permette di bruciare tutte le incertezze, di saltare gli ostacoli con grinta e coraggio. Ed é con la rabbia che affronterò quest'esame e tutte le altre prove che mi aspetteranno. E, col cavolo, che questa volta mi arrendo.

domenica, giugno 15, 2008

Indigestioneee o giù di lì

Nonostante abbia la fama di quella che "mangia a dismisura", quella dalle pareti gastriche indistruttibili, o quella paragonabile al macrofago che il mio amico Majno definisce "cellula dall'appetito incontrollato", oggi ho un assurdo mal di stomaco. E laddove non arriva il bicarbonato, rimane solo la sopportazione. In più stanotte ho fatto degli incubi assurdi. Forse era un effetto delle salsine mex che transitavano nell'intestino, ma ho sognato di avere l'appendicite. E di farmi da sola la manovra di Blumberg, e poi aprire le porte del pronto soccorso di Careggi urlando: "sono Blumberg positivaaaaaaa". Poi che stavo per comprare la prima casa mia qui a Firenze, il cui accesso era la porta della casa di una vecchietta da cui ero terrorizzata da bambina, e poi che rimproveravo Linda (strano!) per qualche disastro che aveva combinato.
Mi sono svegliata alquanto turbata e fiondarmi sui molteplici tipi di "trombofilia secondaria" non mi é sembrato mai tanto faticoso! Ma finalmente ho visto la luce!Ho passato un'esilarante serata con le mie amiche, a dire cretinate e ad essere piacevolmente il bersaglio dei loro commenti sul mio naso (uffa!!!). E già mi chiedo come farò a stare un altro lungo mese chiusa nella casa di "amici di patologia generale", in compagnia solo di vegetazioni, emboli, cellule grasse grasse e linfociti agguerriti.Ma intanto martedì ci sarà l'altro evento mondano...partita che starebbe benissimo con le lasagne da me preparate. E che ovviamente tutte hanno bocciato con la classica storia che sono troppo pesanti. Dando un duro colpo al lato più terrone di me (che poi diciamo é circa il 95% !). Sarà meglio che vada a studiare o tra un mesetto racconterò al Mugnai la saga del mio blog, più che quella dell'eritrocita.

venerdì, giugno 13, 2008

Ricordi

Tra una lettura veloce del libro di immunologia e un bel capitolo di accumuli intracellulari, che mi aspetta paziente, ho preso un'importante decisione. Eliminare quelle orrende perline che sono sul mio jeans da troppo tempo. Impresa ardua. Ti si appiccicano addosso come tutte queste nozioni patologiche non riescono a fare. Però é servito a rilassarmi e a farmi venire in mente immagini di vita vissuta.
Di questi periodi, quando il primo caldo cominciava a farsi sentire, mia nonna e le sue amiche cominciavano a sedersi davanti casa e a cucire, chiacchierare e, ovviamente, spettegolare. E io nel mio adorato relax post-anno scolastico, adoravo unirmi alle conversazioni delle allegre comari. E ogni giorno imparavo qualcosa in più sui retroscena del quartiere. Nonché ne guadagnava la mia autostima visto che le vecchiette del quartiere mi riempivano di complimenti rendendomi estremamente felice (nonostante la mia nonna dall'animo greco, ogni volta che mi succede una disavventura, attribuisce la colpa alle vecchiette dicendo che mi fanno il malocchio perché sono invidiose...di che, non l'ho ancora capito!). E poi appena finita la scuola, mi tuffavo nell'organizzazione dei campeggi con i bambini, nelle sere a fare sempre tardi e, di conseguenza, fare urlare sempre papà, nei pomeriggi passati in giro per il paese. E poi dieci giorni in campeggio con bambini scalmanati, in cui subivo una piacevolissima regressione all'infanzia e mi divertivo più di loro, e il lungo mese il mare, a leggere, prendere il sole ed essere serena e felice.
Sprazzi di vita felici. Di momenti che hanno contribuito alla me di ora, di attimi in cui ha messo radici la Nanny che sta diventando adulta. Nulla é più come prima, ma é inutile rammaricarsi. Ora i minuti di vacanza sono distillatissimi, le ore di studio vanno incontro, ogni anno, ad un'incredibile amplificazione. Tutto implica responsabilità, serietà, dedizione. Ma non posso crederci che sono qui. A studiare quello che avrei sempre voluto studiare. E che ogni giorno sono sempre più vicina a quello che, non molti anni fa, mi sembrava un traguardo irraggiungibile. E assillavo tutti, dai miei genitori, ai professori, agli amici, che io volevo solo e soltanto questo. E non é un semplice e banale "aver voluto la bicicletta" e quindi essere costretti a pedalare, anche quando la strada é troppo in salita. E' che ogni sforzo ha un senso speciale, proprio perché concepito alla luce di un fine ultimo.
Beh, per oggi ho divagato troppo e sono stata troppo seria...non intendo abbandonare la vena ironica degli ultimi tempi (anche se Licia dice che solo Lucia e Maria ridono alle mie battute, e se fossi in loro mi offenderei!!!). Perciò chiuderò il post con una serie di comunicazioni.

A Lucia:Oh Lu, goditi tutta la stupidità delle tue amiche italiane, che a ottobre sarai fra i prosciutti (risolvi il rebus!)
A Maria: A Vicchio non c'hanno nulla da fare (a parte mangiare i tortelli!), perciò hanno comprato i tuoi kit.
A Laura: LVAD secondo me é bellissimo!!!Se trovi un modo per assimilare assimilare a dismisura (e, per altro senza dover cambiare il buco alla cintura, visto che non sono carboidrati ma nozioni mediche!) fammelo sapere!
Al mio nuovo amico quasi-milanese: Vares, Como e Pavia, tri pateint da scianca via!Ahahaha...e la sfida é appena iniziata!!!

mercoledì, giugno 11, 2008

Modi di quantificare

Per i poeti un'immagine efficace per quantificare l'infinito, é paragonarlo ai granelli di sabbia o, che so, alle gocce d'acqua del mare.
Per gli innamorati, sono le ore che mancano all'incontro con la persona amata.

Per me, sono le pagine di patologie che mi mancano da studiare.

P.S: Altra conversazione con Maria al telefono:
Io: Marì, speriamo che mi chiedono i tumori. E' il mio cavallo di battaglia! Si proprio come ad Amici, potrebbero chiedere qual é il tuo cavallo di battaglia, al termine delle sfide. E poi alla fine ci sono le carte, se passi l'esame, la tua faccia passa davanti a quella del Mugnai!!!Sennò é il contrario...
Maria: ...

martedì, giugno 10, 2008

Deliri patologici

Prima ho immaginato di parlare ad una cellula in apoptosi ("suicidio cellulare")...e di ricordarle che ci sono tanti motivi per vivere. Il pane bianco con la nutella, un tramonto d'estate, una serata di birra e risate con gli amici, i successi, le ambizioni, i sorrisi dei bambini, i battiti accelerati e le persone speciali. E poi mi sono resa conto che era passato un buon quarto d'ora e, mentre mi emozionavo con le mille ragioni che abbiamo per vivere, tante celluline si stavano immolando dentro di me, perché come dice il mio ormai amico fidato Majno, il suicidio di queste cellule produce tanti vantaggi....
questo blog sta diventando sempre più delirante. Colpa della "triade di Nanny", studio-caffé-mal di testa, e di questo studio patologico che diviene ogni giorno più infinito. Però sabato vedrò le mie amiche!!!E un pò di cretinate a gogo e di vita sociale, mi riporteranno alla ragione (si spera!).

domenica, giugno 08, 2008

Il buongiorno si vede dal mattino

Ieri il nervosismo e la tensione hanno preso ancora il sopravvento.
Così, nonostante io faccia sempre i "buoni propositi" per la nuova settimana la domenica sera, ho deciso che non potevo sprecare ancora un altro giorno e, così, mi sono armata di buonumore e ottimismo.
Ora ho voglia di lanciarmi nelle nuove sfide che mi attendono e di farlo con tanta grinta.E con quella ironia che, a volte, anzi spesso sfocia nella idiozia. Tipo la telefonata a Maria di poco fa.
Io: Marì, buondì, tu hai fatto i cancerogeni chimici?
Maria: Si si...
Io: C'é una reazione che non mi torna, me la spiegheresti?
Maria: Certo, dimmi...
Io:E' quella in base alla quale il miele diventa sale, che si scioglie al sole quandononciseiiiii...
Maria: Sei una deficiente.
E la sfida sarà questa. Mantenere la positività e il buonumore, perché c'é una soluzione a tutto. Basta solo crederci.

venerdì, giugno 06, 2008

Cronaca di una vita difficile

I miei post sono tornati ad essere deliranti, privi di senso e sconclusionati.
E' che é stata una settimana di ansia, nervosismo, mal di testa perenne (quello ormai é connaturato in me), caffé, pioggia e ancora caffé.
E poi ho fatto una promozione in farmacia. Bella esperienza. A parte il farmacista che mi ha chiesto se conoscevo il cavallo di battaglia di Liga "Libera nos a maloS" (siiiii, ha detto proprio così. Gran bella cultura di latino!). A parte i numerosi vecchietti che non hanno capito che ero lì per lavorare. E hanno iniziato a raccontarmi della loro vita, nonché a dispensare consigli. Come quello che, vedendo il mio viso un pò più pallido, mi ha detto, in tono deciso: "lei dovrebbe andare al mare!". A nulla é servito spiegargli che devo studiare, che ho degli esami da fare e che, nonostante c'é una casa in Calabria che mi aspetta, io il sole ora non posso proprio prenderlo. E poi mi ha chiesto che esame devo fare e, al solo pronunciare la parola patologia, ha risposto con un "ohhhhhh",pieno di compassione e di tristezza. Forse perché questa é la parola più pronunciata da Luciano Onder e in Elisir. E poi la tragedia ha raggiunto l'acme quando mi ha chiesto se avevo un fidanzatino. E alla mia risposta negativa, il vecchietto mi ha guardato come si guarda chi ha proprio una vita di merda.
E oggi ho dormito. Un sonno profondo, ristoratore, il tipico sonno indotto dall'alcool. No no, non sono ancora disperata da attaccarmi ad una bottiglia e dare una botta di vita al mio fegato. E' stata tutta colpa del chianti del vicino. Eh si, me l'aveva detto che aveva 14 gradi e ne ho bevuto giusto un pò, ma ormai sono proprio fuori allenamento. E fuori forma, nonché stanca...e in più soffro lo stress e, giustamente, essendo una sfigata, non ho neppure una boy band (battuta riciclata, l'ho già fatta qualche giorno fa ma era efficace!). Bene, sarà il caso di cominciare a studiare, farsi passare il mal di testa, smetterla di bere caffé e far capire a Cettuzza che la deve smettere di fare la secchiona, sennò io mi sento in colpa perché studio meno di lei!!!baciuzzi

domenica, giugno 01, 2008

Ma é possibile?

Beh, se qualcosa riguarda me e la mia strampalata vita, allora tutto é possibile. Mi sono appena tagliata con un cuscino. Si, proprio un taglio lungo con tanta di fuoriuscita di sangue e conseguente attivazione del meccanismo emostatico. Vabbé, il cuscino aveva degli specchietti e il vetro si é conficcato nella mano. Vabbé, ma questi sono dettagli.
Dire che mi sono tagliata con un cuscino fa sempre la sua figura.
Eh si, quando scrivo cavolate sul blog, é proprio perché non c'é nulla di consistente da raccontare. A parte che ho da fare una serie di comunicazioni:
- alle amiche di grigliate ed idiozie varie, e mattinate in biomedica e i-pod pieni di canzoni strappalacrime e d'altri tempi, e di discorsi seri-politici (ma molto raramente), e di reality e gossip,nonché fans di Tatù e Paciulino ...mi mancateeeeee tanto, posso far finta di star bene ma mi mancateeeeeeee
-al signor Majno,consiglio vivamente di prendere lezioni di ottimismo da Leopardi, dato che con una serie di epiteti famosi, ha superato il celebre poeta in materia di allegria. Una delle ultime frasi famose: "l'unico modo per non correre il rischio di prendere il cancro é non vivere". alè!
-a Cettuzza: i capelli mossi ti stanno benissimo e anche il tuo nuovo look. Ieri quando ti ho detto che sei vestita come una delle ballerine di "Amici", volevo farti un complimento. Chiedilo a Lucia e Maria, se non mi credi.
-a Ubi: non é perché ora hai msn, sei una persona migliore!E prega per il mio esame di patologia, sennò alla tua laurea sentirete tutti la mia mancanza.
-ai miei pantoloni: non eravate costretti a restringervi, solo perché mi sono lamentata che mi va tutto largo...vabbé, l'ipotesi che sono ingrassata io é remota.
-a Luciano Onder: non é che d'estate le malattie spariscono. Torna a fare servizi su cose serie, che dei consigli nutrizionali non ne posso più.
-A Linda: non sentirti in diritto di deridermi per una serie di ragioni: perché ho intenzione di iniziare a seguire "Julia", nuova soap-spazzatura, perché mangio tanto e perché a volte sento che ho una certa presenza scenica (ma questo nessuno l'ha ancora compreso!).
-alle divinità celesti: una speciale richiesta di farmi passare l'esame di patologia...del resto se é stato concesso il sommo dono della laurea in medicina a soggetti come Calderoli e il mio amato senatùr, non vedo perché non dovrei avere in dono un piccolo, piccolissimo (seee) esame!