lunedì, ottobre 08, 2007

Bagliori di luce

Sprazzi di conversazioni degli ultimi giorni ispirano questo post. Che sarà più confusionario degli altri. Che già, in realtà, lo sono non poco.

Sabato sera. Gli occhi sinceri delle mie amiche che mi dicono che a loro manco tanto. E mancate tanto anche a me. Ogni giorno mi sfiora il pensiero di come sarebbe stato ridere ancora a lezione o riuscire ad infilare qualche cretinata nelle più serie delle spiegazioni.
Ma é bello vedere che i destini universitari prendono ritmi, velocità, accelerazioni diverse. Ma quelli personali no. E nel nostro essere future donne e medichesse, vedo ancora quel groviglio di risate, belle speranze e ambizioni che tutte noi, messe insieme, ci portiamo.
E che s'incastra perfettamente. E ci consente di non menarci dopo una settimana di vacanza passata costantemente insieme e soprattutto vissuta gomito a gomito. E nel caso della casa a Scalea non é solo una metafora. Vi voglio bene. E il narghilé attende nuove avventure!

Pochi attimi fa. Conversazione su msn, circa le lotte, i mari in tempesta, le concezioni della vita.
E ancora chi, mesi fa, dopo avermi chiesto perché faccio medicina, torna a ispirarmi un pò di riflessione. Sulla vita, sul continuo lottare, sull'assoluta mancanza di un mare calmo, in gran parte delle nostre giornate.E capisco, sempre più, che non é un'esagerazione.
Che si tratti di acquisire un buon ritmo universitario, di portare avanti i propri obiettivi, di riuscire ad acciuffare un briciolo di serenità...tutto ciò richiede costanza, metodo, determinazione, forza. E una notevole indole al mettersi in gioco e a voler rischiare.
Dopo un mese trascorso nelle sabbie mobili, in quel caos calmo che, se potessi, prenderei a pugni e allontanerei dal mio microcosmo, devo ritornare alla tendenza Fernanda.
E a chi ha ispirato questa conversazione posso solo dire forza, forza, forza. Il traguardo é vicino e il successo pure. Sei sulla corsia di accelerazione. Una volta spiccato il volo, chi ti ferma più?
Aldilà delle incomprensioni, oltre i differenti modi di vedere le situazioni...la stima, l'empatia, la complicità nel dire cavolate, l'essere sempre noi stessi, senza vergognarsi di apparire presuntuosi quando si parla di sogni e ambizioni, permangono. E, forse, essere adulti é anche questo.

Pomeriggio della settimana scorsa in centro. Fra turisti giapponesi che pullulano in ogni dove, insulti al sistema dei blocchi universitari fiorentino, che bello scoprire che c'é tanto "idealismo umanitario" (te la rubo ,Lu, é un'espressione bellissima)in molti futuri medici. Insomma, che ci sia davvero, oltre agli invasati della corsa al denaro, chi vuole davvero curare una persona. Cercando la sua personale empatia con il paziente, rifuggendo dalle macchinazioni dei reparti. Partendo dall'Africa o dal proprio personale modo di fare medicina. Ricordandosi che, a volte, oltre ad auscultare, ci dovrebbe essere un pò di posto anche per l'ascolto. E che dietro le lenzuola bianche non si celano solo bronchiti e calcolosi. Ma anche grandi silenzi e inespresse solitudini.
E che bello appurare che essere idealisti non vuol dire non avere i piedi per terra. E che anche a qualcun'altro la parola compromesso fa alquanto ribrezzo. E il pragmatismo, a volte, lascia un pò di sgomento. Non ora. Non a venti anni o poco più. E' presto per i calcoli, per le furbate e le ambite ascese sociali. E' ancora tempo di sogni, grandi speranze e tante illusioni.

Domenica sera. Davanti una focaccia stracolma di nduja, un cielo stellato e la bellezza di Santo Spirito quando non é piena di gente, bottiglie di birra ovunque e musica assordante, Licia mi dice che lei crede nel "lampi di luce" o nei "segni". Ultimamente ci credo anch'io. E le nostre strade sono così piene di lampi, di chiacchierate folgoranti e incontri che ci arricchiscono, che, a volte, neanche ce ne rendiamo conto.

E poi in questi mesi ho avuto molti scambi di opinioni ,nella "blogosfera",con una persona che mi ha permesso di capire molte cose circa il mio futuro indossare un camice bianco. Rapporto medico-paziente. Mille sfaccettature e altrettanti differenti punti di vista. Ma una, una sola verità. Che alcune sensazioni sono universali. Che la paura, il terrore della malattia, la voglia di lottare e di farcela non sono appendici del paziente. E che il medico può trovarsi spesso dall'altra parte della scrivania. Per questo e per altri motivi, é il caso che porti sempre, accanto al suo Littmann, un pò di sana Umanità. Quella che fa di lui un Medico. Non un semplice "tecnico della salute.

In attesa che nuovi, folgoranti bagliori di luce, rischiarino il mio cammino...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un saluto dall'altro idealista umanitario! ;-)
Sono tornato dal mio viaggio e già mi sento ringhiottito nel grigio..
Rivoglio la Toscana! Rivoglio Siena, Firenze, le nostre chiacchiere e il mio ozio adorato :-P
Ciauuu

Stefania ha detto...

:-) Mi sento un po' chiamata in causa... sbaglio?
A risentirci presto con i nostri carteggi!

Laura ha detto...

Sono sempre più fiera di te, della bella persona ancora solo in bocciolo che sei. Che fortuna incontrarti sulla strada... bacio

Luci ha detto...

Fendi..piccola mia. Sembrerà strano al mondo che il mio appellativo per te sia proprio "piccola mia". Tu, così fiera, così testardamente orgogliosa. Tu che hai già così tante persone a proteggerti ed a farti pensare che tu sia speciale. Ma non posso pensare di te altrimenti che un "piccola mia" degno di esser detto, perchè sei così dolce anche se non vuoi che si veda, così desiderosa di dare affetto e di entusiasimare gli altri, ma in maniera discreta.
E vorrei fare in modo di non vederti mai soffrire perchè mi fa male quando sei giù di morale ed io mi sento impotente perchè non poso fare niente.
Perchè mi fai ridere con le tue battute stupide, perchè mi tieni a braccetto quando mi fa male la pancia, perchè mi ascolti mentre mi sfogo nel bagno dell'univ.
Non so...perchè sento la tua stima nei miei confronti..non so.
So però che ti voglio bene. Tanto tanto tanto. E anche se te l'ho già detto un miliardo di volte te lo continuo a ripetere perchè te lo meriti.

Un bacio dalla tua parassita preferita (non ti libererai così faclmente di me!).

Luci

P.s. Linda, se leggi, sbrigati a tornare perchè ormai mi sono presa il posto in casa!!

Anonimo ha detto...

Ciao Nanny,
com'� bello leggerti, tuffarsi nei meandri spassionati ed, a volte, piacevolmente tortuosi dei tuoi pensieri. E'bello poter scorgere, dietro quell'apparente corazza di dignitosa presunzione e di orgogliosa superbia, i tuoi cali di fragilit�. E'come-per restare in tema con il tuo "mondo"- se tu cadessi in una sorta di distrofia dell'anima. Abbandonati alle tue fragilit� alle tue malattie: sono un, seppur lamentoso, richiamo a noi stessi, alla ricerca di un nuovo equilibrio da stabilire per poi distruggere per ricominciare...
Con affetto tuo fratello Nuario
P.S.: Non offenderti per la "superba". Per me ha un valore altamente positivo e per niente dequalificante. Chi � superbo, emerge, spicca, perch� ha qualcosa in pi� non perch� lo ostenta! Magari nella mia breve vita fossi stato qualche volta superbo...