lunedì, marzo 05, 2007

Primo giorno in ospedale...

Dopo una giornata estenuante, avevo comunque voglia di scrivere.
Ansia di non sapere che cosa ti aspettava, spossatezza dopo due mesi interi di studio, paura di non essere all'altezza, di sbagliare, di non riuscire in quello per cui stai vivendo.
Ma, nonostante tutto ciò, c'era in tutti noi, piccoli ventenni "travestiti da medici", voglia di imparare, di sapere come da una richiesta d'aiuto far nascere una speranza, ansia di capire come riuscire a trasformare la sofferenza in sollievo.E poi i dubbi, le incertezze. Quelle che fanno di te un adulto. Una persona autentica. Un medico che non si sentirà arrivato neanche dopo una superspecializzazione. Perché sono le nostre paure, i timori che non lasciano tregua che ci manderanno lontano. Non i complimentoni, gli sguardi d'approvazione, i bei voti. Quelli semmai sono solo un buon pretesto per andare a bere con gli amici al pub.
E mi ha fatto tenerezza vedere tante persone con così tanta voglia di imparare. E mi ha fatto sperare. Perché se ci sono così tante teste disposte, e di buon grado, a rinunciare ad una splendida giornata di sole, e rinchiudersi in un ospedale, con i suoi bei 40 gradi, allora il mondo non fa tanto schifo.
Certo, é una strada tutta in salita.E gli ostacoli, quelli grossi, che ti fanno inciampare, cadere, che ti tolgono il fiato, la forza e la tenacia non finiscono davvero mai.Ma, dietro l'angolo, inaspettatamente, sbuca sempre un raggio di luce, che ti riporta alla tua missione. Oggi credo di averlo visto questo raggio di sole. E spero di tenerlo sempre con me.

4 commenti:

Fra ha detto...

Nanny,sono felice che tu abbia scritto questo post,avevo la stessa intenzione,ma aspetterò qualche giorno per vari motivi.
Oggi in quella stanza, vederci col camice addosso, in un reparto con i suoi ben 30 gradi, mi ha fatto tenerezza, e mi ha fatto pensare...che sono passati già tre anni, e tante altre cose.
Arriva tutto, prima o poi, col tempo che ci vuole, senza fretta, prima di quanto ti sembra all'inizio.
E siamo a metà del terzo anno...

Anonimo ha detto...

Cara Fernanda, questo nostro scambio di esperienze, la mia di paziente, la tua di futuro medico, mi rende molto felice e credo che abbiamo molto da imparare vicendevolmente. Il commento che hai lasciato sul mio blog mi ha fatto un piacere immenso. Non posso che linkarti e augurarti ogni bene per la tua professione. ;)

Anonimo ha detto...

Ho letto una frase bellissima che recitava così: "L'utopia è come l'orizzonte. Cammini due passi e si allontana due passi, cammini dieci passi e si allontana dieci passi. L'orizzonte è irragiungibile. Allora a cosa serve l'utopia?Semplice! Serve per continuare a camminare.." Ecco, i nostri sogni, le nostre più soffuse aspirazioni sembrano, a volte, astrazioni e proiezioni utopiche ma quando diventano realtà ci sembra, per un attimo, di aver raggiunto l'orizzonte..Nuario

Laura ha detto...

La prima volta che entri in reparto praticamente lo fai in apnea. La prima volta che riesci a leggere un ECG ricominci a respirare. La prima volta che FAI qualcosa è come Natale che arriva in anticipo. La prima volta che ti viene chiesto 'Tu cosa ne pensi?' davanti a un'Rmi e si aspettano davvero che tu dica la tua, lì comincia la vita vera. Com'è bello nuotare in acqua alta...