Non voglio cedere alle convenzioni, alla spettacolarizzazione che questa società ci porta a creare in date precostituite, al business dei sentimenti, alle mimose, ai Baci perugina,alle uscite con le amiche in un giovedì assolutamente anonimo, ai caffé gratis per le donne e alle altre pacchianate che, come ogni anno, accompagnano questo giorno.
Trovo assolutamente di cattivo gusto esaltare il ruolo della donna sui giornali, ai tg e ai quattro venti e farlo, ossessivamente, per 24 ore...e per un giorno, con un sorriso finto e stupido sulle labbra, dare gli auguri alla vecchina sul tram e provare ad essere gentile anche con le donne che, nel traffico, creano i soliti fastidiosi ingorghi.O ammirare la vecchina di 105 anni che il TG oggi ti presenterà e portare le mimose alle colleghe in ufficio con tanto di poesiola...oggi, però ho letto una cosa davvero bella.Che mi ha fatto scordare le pacchianate di questo giorno e fatto venire la voglia di pubblicarla. Anche se cadrò in contraddizione, parlando delle donne proprio nel giorno in cui lo fanno tutti e mi sembra stupido farlo. Ma quando chiama Jack Folla...
…Jack Folla...
"Donne in rinascita"
Più dei tramonti, più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina
anti-uomo che ti da la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo
non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza
in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame,
peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo
capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi
condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci,
con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria,
che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno
s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che
ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre:
"Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo che ami alla follia.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima;
ed è passato tanto tempo, ce ne hai buttata talmente tanta di
anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio
perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento
che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro,
nella tua solitudine. Ed è stata crisi. E hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una
strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore,
perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un
senso al tuo dolore. "Perché faccio così?
Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a
quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto.
Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così,
scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto
che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per
la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te
stessa. Non puoi più essere quella di prima.
Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è
come un diesel. Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle
tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo
meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una
gonna a fiori o con un fresco ricciolo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è
aperto. Stiamo lavorando anche per voi.
Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più
grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti.
1 commento:
Caduta e risalita, già, come conosco bene questo fenomeno.
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