domenica, settembre 09, 2007

Ricominciare da un piatto di pasta e zucchine

Chi mi conosce sa i "medievalismi"che mi contraddistinguono. Prima di fare un esame comincio a dire frasi del tipo "se il prossimo pullman che passa é il 18, passo l'esame", saltellando poi per tutta la strada se é davvero così. Oggi, é successa un pò la stessa cosa.
Come al solito l'astenia e la debolezza muscolare mi toglievano ogni voglia di gettarmi in qualsiasi tipo di progetto. Ma, cavolo, mi sono detta, é domenica. Certo, sono inappetente e neanche un piatto di lasagne potrebbe resuscitare il mio smisurato amore per la buona tavola, ma da qualche parte si doveva cominciare. Così mi sono lanciata in un poco elaborato piatto con i miei soliti medievalismi. Avrei ricominciato da qui, se tutto ciò aveva un che di commestibile.
E così é stato. Anche il severo giudice Linda mi ha fatto i complimenti. E io ho capito che, forse, qualcosa, sono ancora in grado di combinarla.
E che é il caso di partire da un piatto di pasta e zucchine per smetterla di sentirsi a terra.

E' stato davvero un periodaccio. Come se una coltre di oscuro malessere mi fosse piombata addosso.Tanti problemi che, con il solito tempismo tipico degli sfaceli, mi si sono abbattuti incontro. E poi c'é questo senso perenne di mancanza che mi accompagna. Per tutto ciò che mi é stato tolto, per la spensieratezza un pò perduta, per tutte le strade che avrei voluto percorrere e per gli sguardi non più incrociati.
Ma rimango ancora una fervente fautrice del fatto che una dose massiccia di problemi é il miglior metodo, se non l'unico, per rendere larghe le tue spalle, forte il tuo cuore, lungimirante e sicuro il tuo sguardo.
E ho ancora troppo da dover dare. Ho promesso troppe cose pe poter abbassare le difese.
Sono spesso contraddittoria, lunatica e i miei sbalzi d'umore sono noti a chiunque mi conosca oltre le 24 ore. Vivo continuamente protesa a cercare di migliorarmi, in un'insoddisfazione che é sempre stata la mia molla, con la testa piena di sogni e di pensieri confusi. E, spesso, ho paura di ammettere che sono in seria difficoltà. Quasi come se chiedere aiuto fosse un serio dramma.
Ma ho terribilmente voglia di lasciare spazio a quella me delle battute idiote, quella che ride ascoltando i neomelodici e crede sempre che tutto volgerà al meglio.
In fondo é una questione di proporzioni...bisogna solo attendere che la positività inebri ogni parte di me e spazzi ogni traccia di cattivopensiero. Possibilmente assieme a questo cavolo batteriovirusocosadiavolosia che viaggia indisturbato per il mio circolo ematico.

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