E pensare che, con gli ultimi post, avevo raggiunto io l'apice del delirio.
Invece, a quanto pare, difronte casa mia c'é un tizio che ce la sta mettendo tutta per superarmi.
Premetto che, con il caldo che fa, le finestre delle case sono perennemente aperte. Così, sebbene si interponga la strada fra i palazzi, arrivano a me voci, risate, discussioni accese. E così mi infiltro nella vita di quei tizi sudamericani che ascoltano tutto il giorno bachata, salsa e cantano a squarciagola i vecchi successi di Ricky Martin.Poi non mi sono persa una puntata della saga "mamma napoletana che telefona il figlio dalle 15 alle 20 volte al giorno". E se il poverino lamenta di non avere una vita propria, giustamente gli viene detto che é un ingrato. Per non parlare di quei ragazzi che seguivano accanitamente le partite della Turchia. E che hanno urlato, come se li avessero estratto un dente senza anestesia, quando é stata battuta dalla Germania.
Ma da un pò di giorni sto cercando di entrare nella mente del mio strano vicino. Quello che ogni sera, mentre mi dispero con essudati e infiltrazioni granulocitarie, telefona ad una ipotetica fidanzata, rivolgendosi in maniera scurrile ed astiosa. Ieri sera ho realizzato che, probabilmente, il soggetto é solo in preda ai suoi deliri. Considerato che parla rivolgendosi ad un certo "Riccardo"poi, dopo pochi secondi, parla con "Veronica" e, soprattutto, per tre-quattro ore ininterrotte non lascia mai intervenire l'ipotetico interlocutore. E alterna accuse a momenti di vittimismo,a frasi senza senso e deliri di onnipotenza. La mia sopportazione ha però un limite. Ero decisa a fare qualcosa per invitarlo almeno a chiudere la finestra quando ha urlato che in fondo lui si sente "come un arbre magique, in mezzo ad un cumulo di m...". E allora ho iniziato a riflettere. Che si tratti di follia o di normalità, é comune il disagio. L'avvertire che quanto di puro ci sia in noi, non trova una corrispondenza nella realtà ,spesso marcia e meschina. Dunque, la follia é solo un'acutizzazione di tale disagio o é la normalità un voler ostinarsi a non avvertire tutte queste incongruenze? Piuttosto, credo che la percezione di un mondo tanto sbagliato sia proprio la linfa che ci spinge a volere impegnarsi attivamente per cambiare lo status quo. Ma, forse, non é sempre così semplice. Non é facile trovare la forza, il coraggio, la pazienza per aspettare che qualcosa cambi. Ma, comunque, resto pur sempre una fervida fautrice della massa di plastilina. Si, si, della percezione della mia vita come una grossa massa di plastilina, quella con la quale da piccola creavo orrende sculture, credendo fossero dei capolavori. Sono io che devo darle la forma che desidero. Sono io che devo preservarla dagli insulti esterni. E ci saranno certo gli ostacoli, le deviazioni che non ho previsto. Ma se mantengo la forza, il coraggio, la pazienza, beh, forse mi sentirò un pò meno arbre magique in mezzo al letame. E alla fine ho concluso con il delirare io.
4 commenti:
delirio..o saggia realtà? questo post è piuttosto contorto sai. Ma anche in un certo senso avvincente. Purtroppo non sono il re dei paragoni azzeccati, ma mi viene in mente solo questo: il tuo è il discorso di un ubriaco, in equilibrio tra saggezza incontrastata e stupidaggine pura. Che sa essere interessante e fa riflettere, ma che è anche senza senso, con dei passaggi che ti fanno incurvare le sopraciglia.
Uh, spero di non essere stato offensivo!
Nuoto nel mare dei miei sogni infanti
Braccia ancora troppo deboli contro le onde d'un destino beffardo
Ho freddo e paura
ma resisto e,lentamente,avanzo.
Non ho una meta
ho solo questo mio viaggio
incerto e sfiancante.
E non sono mai stata così sola
perchè ci vuole forza,coraggio e pazienza soprattutto per non giudicare.
L.
Sai Nanny, Rikki ha ragione. Il tuo discorso è quello di un ubriaco... forse è per questo che ti capisco meglio del solito. Sei ubriaca del tuo ritmo, dei tuoi tempi, della tua vita, dei tuoi interessi. E ora ho iniziato ad alzare il gomito anch'io, e magari ad alzare anche il piede dall'acceleratore e a godermi il paesaggio. Ci vorrà magari un po' ad abituarmi alla Laura serafca che non sono mai stata, io sempre perfetta, sempre di corsa e da quattro anni sempre in rincorsa. Quando si dice Basta, e si dice per dirlo sul serio... ci si ubriaca di maturità, di serenità, di luce del sole, di esperienze finora negate perchè c'è sempre poco tempo. La zia delle mille cose da fare è tornata. 999 vi vanno bene lo stesso??? :D
Quello che posso dirti é che quello che doveva essere per me l'anno della calma, mi ha corroso più degli altri tre, con fisiologia e patologia che mi hanno letteralmente fagocitata.Però, non mi pento di questa scelta. Ho potuto dedicare più tempo del dovuto a questi esami e non sentire il peso delle scadenze incombenti. E, soprattutto, ho capito la bellezza del potere di scegliere. Scegliere quello che per me é giusto, anche se agli altri fa sgranare gli occhi e cambiare un pò la considerazione che hanno di me. E poi chi dice che é perfetto colui che rispetta meticolosamente ogni consegna? E, soprattutto, può davvero renderci felici adattarci a quello che é giusto per la moltitudine. Da quando ho iniziato a sentire la vera Fernanda, quella che dice no a un capitolo se é stanca, che fa un esame una settimana dopo, che sceglie di godersi il paesaggio, personalmente ho iniziato a vivere. Anche se ora sono molto più somigliante ad un'ameba, con occhiaie permanenti e una proliferazione di brufoli senza precedenti!
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